Yume no ato (i resti di un sogno). Frammenti di viaggi in Giappone. 1. Hina matsuri a Miyajima.

La coppia imperiale e le dame. Daishōin, Miyajima, marzo 2013.

 

Pioveva a dirotto. Una pioggia battente di primavera. Ostinata e ancora fredda. Ma attorno a noi i ciliegi in fiore punteggiavano le colline e noi andavamo loro incontro, addentrandoci nel sentiero che saliva, fino al tempio isolato di cui eravamo gli unici visitatori. Dentro un padiglione, la sorpresa di una mostra dedicata ai corredi di bambole per la festa delle bambine, hina matsuri, la festa che si celebra il 3 marzo.

Quei personaggi della corte imperiale, abbigliati alla moda delle varie epoche, ci affascinavano e ci intimorivano, quasi. Sostavamo in silenzio davanti a loro ammirando i broccati, i colori, i filati dorati.

Intanto, sul tetto del padiglione si abbattevano le gocce, mentre fuori, le chiacchiere e le risate degli amici ci invitavano ad affrettarci. 

Una solitaria bellezza. Daishōin, Miyajima, marzo 2013.

***

 

Il titolo di questa rubrica rievoca il celebre haiku di Matsuo Bashō: 夏草や 兵どもが 夢の跡. Natsukusa ya/ tsuwamonodomo ga/ yume no ato. “Erbe d’estate! Resti del sogno di antichi guerrieri.”

Un breve sogno, una bolla, una nuvola, una goccia di rugiada, un brandello di nebbia. Un breve sogno. Diciassette anni di viaggi in Giappone, come un mazzo di carte da cui estraggo, ogni giorno, un’immagine, un frammento.

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