Quella sera di Obon eravamo in tanti, attorno al laghetto Sarusawa, in attesa dell’accensione delle fascine per il daimonji, il kanji infuocato sulla collina che accompagna ogni anno il ritorno nell’aldilà degli antenati venuti in visita.
Ma aveva appena piovuto e il fuoco non si accendeva. Fra i fotografi attenti ai loro smisurati obbiettivi e la folla di persone in attesa, solo una bimba sembrava disinteressarsi a quello che accadeva attorno a lei. Troppo stanca anche per il daimonji, si abbandonava sulle spalla del papà in assoluta confidenza.
I miei Obon in Giappone… non potrò mai dimenticarli.