Una lettura d’estate. Unsui nikki. 3. Essere relegati in giardino.

“Essere relegati in giardino”, acquerello di Satō Giei.

 

Essere relegati in giardino

 

Non è più il momento di esitare, bisogna affrontare la prima barriera! Alla porta principale, ancora mal rischiarata, in veste da viaggio, Yōkan si rannicchia sul gradino dell’entrata, saluta chinando la testa fin dove ce la fa e urla a più non posso:

“Vi scongiuro!”

Uscita da chissà dove nel silenzio dei luoghi, cade una risposta, imponente:

“Chi è?”

Senza tardare arriva un monaco al quale Yōkan declina il suo nome, cognome e indirizzo. Gli tende una busta che contiene la sua domanda d’ammissione, la descrizione della vita condotta sino ad allora, l’impegno messo per iscritto di seguire la regola e, per finire, chiede se ci sia un posto dove lasciare le sue cianfrusaglie. L’incaricato all’accoglienza si eclissa un istante all’interno.

“Il nostro monastero – lascia cadere quando si mostra di nuovo – al momento è al completo. Neppure un centimetro quadrato per ricevervi. Vogliate ritirarvi!”

Che mazzata! L’uomo scompare all’interno e non ne esce più. C’è di che farsi venire qualche preoccupazione…

Il nostro giovane non è sorpreso più di tanto. L’avevano prevenuto in tutti i modi possibili: “Ti chiudono la porta sul naso? Non andartene e resisti! Nessuna parola, nessun gesto, a parte per soddisfare un bisogno urgente… E non pensare di andare altrove: sarà uguale in ogni monastero in cui andrai”.

È il momento di applicare il programma punto per punto. Devono essere le otto. Egli curva il suo corpaccione in due, per inclinare ancora più profondamente la testa, ma ben presto il mal di schiena lo assale. E poi, queste dita sollevate a livello della fronte iniziano a gonfiarsi! Ecco che non si prospetta niente di buono. Ma cerchiamo di resistere, costi quello che costi… E del resto, è forse lui il primo? Fin dai tempi antichi, tutti i suoi predecessori hanno patito lo stesso trattamento per varcare quella barriera. 

Una mortificazione, ecco cos’è, una mortificazione che tutti devono superare.

 

Satō Giei

(1920-1967)

 

Fonte: 

Satō Giei, Journal d’un apprenti moine zen (Unsui nikki, 1966),

traduit du japonais par Roger Mennesson, Arles, Philippe Picquier, 2010, pp. 16-17.

Edizione giapponese pubblicata da The institute for Zen studies nel 1972.

❖Mia traduzione “di servizio” dall’edizione in lingua francese.

 

 

➽ Maggiori informazioni sul libro e il suo autore le trovate in questa pagina:

https://www.rossellamarangoni.it/una-lettura-per-lestate-unsui-nikki-il-diario-di-un-novizio-zen.html

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