Una lettura d’estate. Unsui nikki. 17.Recitazione nei locali di servizio.

“Recitazione nei locali di servizio”, acquerello di Satō Giei.

 

La recitazione dei sūtra nei locali di servizio

 

Al termine dei riti del mattino, i monaci preposti ai servizi, separandosi dall’assemblea che hanno seguito fino  a quel momento, raggiungono la cucina e davanti alla statua di Idaten recitano a loro volta il sūtra del Cuore e la preghiera per allontanare le calamità. Rivestito di un’armatura, celebre per essere capace di spostarsi da un luogo all’altro più veloce del suono, Idaten è la divinità che protegge l’insegnamento del Buddha e gli edifici situati all’interno della recinto templare. In ogni tempio, per piccolo che sia, la sua statua è venerata davanti alla cucina come divinità protettrice dei pasti e della dieta.

Terminata la recitazione dei sūtra, si beve sul posto l’infuso alla prugna. Il monaco responsabile dell’accoglienza annuncia poi il programma dei servizi del giorno e fa le sue osservazioni – ma “ramanzine” sarebbe più appropriato. Il gruppo dei monaci a cui appartiene riveste un ruolo capitale poiché assicura vari servizi: cucina, manutenzione del padiglione del Buddha, organizzazione e orari dei lavori manuali, approvvigionamento di cibo, accoglienza dei visitatori, contabilità, registrazione dei doni, servizio al maestro. Grazie a loro si preserva un’armoniosa vita di comunità. Quale che sia l’anzianità nella vita comune, le “prescrizioni riguardanti i servizi” rappresentano sempre delle regole estremamente rigide. Se si è stimolati dal detto che dice: “Il lavoro sul kōan fatto in movimento vale cento milioni di volte il lavoro fatto nella quiete”, si è messi in guardia da quest’altro: “Prenditi cura degli oggetti d’uso quotidiano come della pupilla dei tuoi occhi!” e si ritorna a questa regola: “Per progredire nella virtù, sii circospetto sin nelle azioni più insignificanti!”. Anche l’occhio inquisitore del responsabile degli ospiti è in ogni momento fisso sul comportamento degli apprendisti monaci.

 

Satō Giei

(1920-1967)

Fonte: 

Satō Giei, Journal d’un apprenti moine zen (Unsui nikki, 1966),

traduit du japonais par Roger Mennesson, Arles, Philippe Picquier, 2010, pp. 46-47.

Edizione giapponese pubblicata da The institute for Zen studies nel 1972.

❖Mia traduzione “di servizio” dall’edizione in lingua francese.

 

 

➽ Maggiori informazioni sul libro e il suo autore le trovate in questa pagina:

https://www.rossellamarangoni.it/una-lettura-per-lestate-unsui-nikki-il-diario-di-un-novizio-zen.html

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