Un capodanno giapponese raccontato da Saikaku.

Keisai Eisen (1790-1848), Daikoku, Ebisu e Fukurokuju contano il denaro, stampa nishiki-e, inchiostro e colori su carta.

A Nara il giorno della vigilia di Capodanno è più tranquillo che a Kyōto o ad Ōsaka: la gente paga i suoi debiti con tutto il denaro che ha a portata di mano così che, se dice di non poter pagare, gli esattori accettano quelle parole senza insistere ulteriormente. Dopo le dieci di sera non si parla più di denaro e tutti gli abitanti di Nara godono dell’atmosfera dell’anno nuovo, tenendo quella che chiamano “la festa del focolare”: accendono il fuoco sotto la stufa della cucina e stendono stuoie sul pavimento di terra su cui si siede l’intera famiglia, dal padrone sino all’ultima domestica. In base alla tradizione locale, estraggono dolci di riso di forma rotonda che mangiano dopo aver abbrustolito: è un bello spettacolo che dà l’idea del benessere della casa.

La gente meno abbiente che vive in periferia inizia a celebrare la stagione facendo innanzitutto visita a Inaba, un dipendente del nobile monaco del tempio Daijoin; poi percorre la città al canto di “Ricchezza, ricchezza!” raccogliendo i dolci di riso e le monete di rame che le vengono offerti dalle case. Scene analoghe occorrono in Ōsaka con i venditori di esorcismi.

All’alba del Capodanno si odono le voci dei venditori delle immagini di Daikoku, il dio della fortuna, gridare “Prendete la fortuna! Non lasciatevi sfuggire la fortuna!”; il giorno successivo vendono le immagini di Ebisu, altro dio della fortuna, ripetendo il medesimo verso e, infine, all’alba del terzo giorno passano alla vendita delle immagini di Bishamonten, vendendo per tre giorni gli dei della prosperità.

Il giorno di Capodanno, gli abitanti di Nara, prima di farsi reciprocamente visita, si recano al tempio di Kasuga invitando, per l’occasione, tutti i parenti, anche i cugini alla lontana, per rendere allegra la cerimonia: più grande è il numero della gente radunata, più grande è la loro reputazione agli occhi del mondo!

Ihara Saikaku

(1641-1693)

Da “Il focolare di Nara” in Storie di mercanti, sezione I calcoli del mondo (Seken munezan’yō), a cura di Michele Marra, Torino, Utet, 1983, pp. 249-250.

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