Invero anche il passato,
al chiaro di luna sembra vicino, Shiogama di Chika,
al chiaro di luna sembra vicino,
Shiogama di mille auguri,
sulla baia anche l’autunno volge al culmine,
il vento si leva tra i pini,
dietro la cortina di nebbia l’isola di Magaki si cela.
Su, anch’io volgo alla spiaggia,
e vagheggiando i resti del passato,
la spiaggia di Chika, qui a Mutsu, contemplo,
la spiaggia dei mille auguri, qui a Mutsu contemplo…
dal nō Tōru*
Traduzione di Bonaventura Ruperti.
In: Paola Cagnoni, Scritti teatrali, a cura di Bonaventura Ruperti, Venezia, Cafoscarina, 2006.
*Tōru è un dramma nō attribuito a Kan’ami (1333-1384), il padre di Zeami (alcuni studiosi, però, l’attribuiscono allo stesso Zeami Motokiyo). Protagonista è il principe Tōru, secondo figlio dell’imperatore Saga, morto nell’895. Nel plenilunio di una splendida notte di autunno, nella capitale, un monaco itinerante proveniente dalle lontane province orientali incontra un uomo anziano che porta dei secchi di sale e si meraviglia, essendo la città così lontana dal mare. Il vecchio racconta al monaco la storia della magnifica residenza Kawara no In, edificata nella capitale da Minamoto no Tōru su modello della spiaggia di Shiogama, nella provincia di Mutsu, uno dei paesaggi più belli delle province orientali del Giappone, un luogo che egli amava talmente da volerlo riprodurre nel giardino della sua residenza. L’uomo racconta di come Kawara no In cadde in rovina alla morte del principe. Al ricordo del passato splendore il vecchio piange, rivelando la sua vera identità: egli è lo spirito di Tōru.