Natsu(kashii). Nostalgia d’estati in Giappone. Ōsaka downtown.

La sera scende e le luci si accendono. Ōsaka, agosto 2009.

Quella sera eravamo saliti con gli amici sulla torre di Ōsaka (Tsutenkaku, “la torre che raggiunge il cielo”), avevamo guardato dall’alto la città tentacolare e le prime luci brillare annunciando la sera sulle stradine sotto di noi. Avevamo fatto buffe espressioni davanti agli specchi deformanti, accarezzato la statua di Billiken, il kami* portafortuna la cui statua troneggia su un piccolo altare al quinto piano della torre e poi ci eravamo inoltrati nelle stradine affollate, alla ricerca di un ristorante. Le insegne colorate, le calligrafie gigantesche, le forme bizzarre – pupazzi, piovre, granchi – e le luci attiravano i nostri sguardi, il nostro stupore, mentre gli amici giapponesi ridevano divertiti. Suoni, voci, profumi,  si mescolavano nell’atmosfera pesante di afa. Ma era il paesaggio urbano attorno a noi a distrarci.

Ōsaka sembrava più viva che mai.

 

* In realtà Billiken è un personaggio creato nel 1908 a Kansas City nel Missouri dall’artista Florence Pretz, cui sarebbe apparso in sogno. Si tratta di una sorta di creatura dorata dalle fattezze di elfo e di buddha insieme. Questa mascotte avrebbe avuto una certa diffusione anche fuori dagli Stati Uniti ma è soprattutto in Giappone che Billiken ha dato origine a un vero e proprio culto popolare, diventando un kami capace di esaudire tutti i desideri. Basta accarezzarne le piante dei piedi.