Uno dei più importanti tópoi della cultura giapponese, il fiore di ciliegio, sakura no hana 桜の花, simbolo poetico del concetto di mujō 無常già presente nell’antologia poetica Kokinwakashū (920 circa), è associato alla figura del bushi, fin dalla comparsa della casta guerriera sulla scena della storia giapponese.
L’importanza della simbologia legata al ciliegio nella classe guerriera del periodo Edo è ben rappresentata dai due componimenti poetici trascritti nella prefazione di Tashiro Tsuramoto allo Hagakure.[*] Al primo haiku del maestro Yamamoto Tsunetomo, Tsuramoto, il discepolo, risponde con un altro haiku in cui i temi, quello dell’incontro e quello del ciliegio, sono ripresi:
Quanto è distante
da questo mondo
il ciliegio selvatico?
Furumaru (Yamamoto Tsunetomo)
Sotto bianche nuvole,
presso il ciliegio in fiore,
ci siamo appena incontrati.
Kisui (Tashiro Tsuramoto)
Il tema del fiore del ciliegio nasconde dietro di sé il senso della bellezza effimera, della vita breve e della morte eroica. Tutto questo e molto altro mi sembra di trovare racchiuso in questi pochi versi di grande suggestione.
[*] Li riporto nella traduzione di Luigi Soletta. Cfr YAMAMOTO Tsunetomo, Il codice segreto dei samurai. Hagakure, Milano, Luni Editrice, p. 19.