E come ospite, il resoconto di un viaggio in Giappone (di Andrea Moretto).

Ogni giorno ha la sua pena, si diceva un tempo.

Affermazione quanto mai valida ancor oggi.  Soprattutto per chi si occupa di Giappone e ogni giorno si scontra con pregiudizi, inesattezze, strafalcioni e, non raramente, palese malafede.

Di recente, sfogliando distrattamente una rivista di viaggi, un patinato “traveller” qualsiasi che, per quel che mi riguarda, non merita nessuna pubblicità,  la mia attenzione è stata attirata da una cartina del mondo:  fra i luoghi pericolosi da rifuggire per i prossimi mesi …  ecco il Giappone.

Ridicolo, stando all’entusiasmo degli amici e allievi che ci sono stati negli ultimi mesi e ai resoconti di giornalisti e viaggiatori forse meno prevenuti, forse più attenti alle fonti, forse semplicemente andati a verificare in loco.

Così, ho pensato di proporvi il resoconto di un viaggio in Giappone che mi è stato proposto di pubblicare.  Lo faccio volentieri, senza interventi, lasciando a questa breve testimonianza tutta la sua freschezza, il suo spirito, l’entusiasmo.

Aiutare il Giappone dopo l’11 marzo è anche viaggiare in Giappone, continuare a sceglierlo come meta affascinante e straordinaria di un viaggio che sarà sempre ricco di scoperte, di incontri, di sorprese.

 

 

VIAGGIO IN GIAPPONE 2010

testo e foto di Andrea Moretto

 

Ventuno giorni di esperienza indimenticabile, nei quali ho vissuto la civiltà giapponese, la natura, la storia, le città più importanti.

Il tutto è iniziato il primo agosto, giorno in cui sono arrivato all’aeroporto Narita di Tokyo; il primo vero shock è’ stato di natura climatica…temperatura di almeno 35 gradi con una percentuale di umidità mai percepita prima di allora, situazione che ha caratterizzato tutto il viaggio. Il secondo shock, peraltro divertente, è stato quello di doversi arrangiare in un paese dove tutto è scritto in modo incomprensibile, dove non ci sono molte indicazioni scritte con caratteri occidentali, dove quasi nessun giapponese – e non esagero – parla inglese; tutto risolto con una dose di spirito di iniziativa e con una buona guida turistica.

 

Il mio giro prevedeva qualche giorno a Tokyo, un’escursione in traghetto, si fa per dire…25 ore di traversata…alle isole Ogasawara (un gruppo di isole 1000 km a sud di Tokyo, raggiungibili solo in traghetto….un paradiso nel vero senso della parola), ritorno a Tokyo, partenza per Takayama (città old style giapponese…per intenderci una di quelle con le casette in legno, le porte scorrevoli, i tatami a terra in tutte le stanze, donne e uomini che camminano in strada con il kimono…), quindi qualche giorno a Osaka e a Kyoto, visita al castello di Himeji (residenza degli antichi samurai), e per finire Fukuoka e Hiroshima.

 

Di Tokyo mi ha impressionato l’incredibile brulicare della città’, sembrava di essere all’interno di un formicaio (13 milioni di abitanti per una densità di 6000 abitanti per kmq). Estremamente particolari il mercato del pesce, lo Tsukiji, il quartiere di Shibuya con il famosissimo Shibuya crossing (incrocio all’interno del quale ad ogni verde pedonale si riversano 3000 persone che attraversano in ogni direzione), la Tokyo Tower, i parchi, in particolare quello di Ueno.

 

I giorni alle isole sono state i più belli, perchè vissuti insieme ai giapponesi, trascorsi all’interno di un ostello dove dormivo, mangiavo, chiacchieravo – per quel poco che era possibile – con loro, dove ho imparato ad usare le giuste parole per ringraziare, salutare; il popolo giapponese è un popolo dall’enorme senso civico, rispettoso del prossimo; la lingua giapponese traduce in parole i gesti del suo popolo; basti pensare a termini quali tadaima, che ho imparato ad usare ogniqualvolta rientravo nella stanza principale dell’ostello dove ci si riuniva per parlare, che significa “sono tornato”..o qualcosa di simile..oppure ittekimasu, indicato per salutare quando si lascia il gruppo.

Una delle cose più belle della vita in ostello sono stati i pasti, consumati intorno ai tipici tavoli giapponesi, rigorosamente inginocchiati (anche se ho notato che tutte le donne mangiavano inginocchiate mentre gli uomini a gambe incrociate…per me era un continuo cambio di posizione, faticosissimo..), mangiando con le bacchette piatti dei quali non comprendevo gli ingredienti, o ancora per i quali non sapevo da dove iniziare.

 

Durante la permanenza a Kyoto sono rimasto rapito dalla bellezza dei giardini e dei templi; questa città merita che le si dedichino diversi giorni proprio per questo motivo; da qui ho fatto una visita a Nara e al suo famoso tempio, ho visitato il Kinkaku-ji con il famoso padiglione d’oro, il Fujimi Inari (quello del film “Memorie di una geisha”), la foresta di bambù, il Kyomizu-dera, il Ginkaku-ji e il Ryoan-ji…tutti splendidi.

 

L’ultima esperienza da sottolineare èstata vissuta a Hiroshima; la città ancora ricorda, vuole non dimenticare ciò che le è successo durante la seconda guerra mondiale, dimostrando un orgoglio fuori dal comune in tutto ciò che èstato fatto per ricreare ciò che, totalmente, era stato distrutto dalla bomba atomica.

Da Hiroshima facilmente si può raggiungere Miyajima, isola famosa per il torii immerso nell’acqua, cartolina di molti viaggi in Giappone.

 

Mangiare il sushi, prendere uno shinkansen, una metropolitana, camminare sui marciapiedi, guardare un giardino, visitare un tempio, avere a che fare con il popolo giapponese, queste sono state alcune delle cose che meglio ricordo del mio viaggio, cose che mi fanno dire che il Giappone èin assoluto un’esperienza di vita, da fare assolutamente e che consiglierei a chiunque.

  

LA TOKYO TOWER

 

VISTA DI TOKYO DI NOTTE DALLA TOKYO TOWER

 

 

LO TSUKIJI, IL MERCATO DEL PESCE

 

 

ATTESA DELLA METROPOLITANA, LE IMPRONTE INDICANO DOVE DOVERSI METTERE PER ASPETTARE IL TRENO

 

IL GIARDINO IMPERIALE DI TOKYO IMMERSO IN MEZZO AI GRATTACIELI

 

ISOLE OGASAWARA

 

 

 

 

I PASTI ALL’OSTELLO

 

 

LA CENA

 LA COLAZIONE………

 

TAKAYAMA

 

IL TEMPIO DI NARA CON I CERBIATTI IN LIBERTA’

 

 

IL TEMPIO DI FUJIMI INARI A KYOTO

 

 

LA FORESTA DI BAMBU’

 

IL TEMPIO RYOAN-JI A KYOTO

 

IL PADIGLIONE D’ORO A KYOTO

 

IL TEMPIO GINKAKU-JI A KYOTO

 

 

IL CASTELLO DEGLI ANTICHI SAMURAI, A HIMEJI…PURTROPPO IN RISTRUTTURAZIONE

HIROSHIMA

 

QUESTO E’ L’UNICA COSTRUZIONE RIMASTA IN PIEDI IN TUTTA HIROSHIMA DOPO LO SCOPPIO DELLA BOMBA ATOMICA, LASCIATA A TESTIMONIANZA DI QUEL GIORNO

 

 

IL TORII DI MIYAJIMA, ISOLA DI FRONTE A HIROSHIMA 

 *** Tutte le foto di questo contributo sono di proprietà di Andrea Moretto, che ringrazio. RM