A volte andiamo incontro al Giappone, in questa straordinaria città, passando per le strade che ben conosciamo del cosiddetto “quartiere giapponese” (rue Petits-Champs, rue Sainte-Anne, rue Sainte-Therèse, rue Pyramides), una manciata di vie strette fra l’avenue de l’Opera, il rettangolo perfetto del Palais-Royal e il Louvre. E allora già sappiamo quel che troveremo o lo indoviniamo, almeno.
Altre volte è uno scampolo di Giappone a venirci incontro, inaspettatamente, mentre andiamo a zonzo, seguendo lo sport preferito di chiunque ami queste strade, questi palazzi, la flânerie . O andando a un appuntamento davanti all’Odéon, come questa volta.
Una vetrina minuscola in cui riconosciamo i motivi decorativi, tanti piccoli oggetti (tazze, borse, trousse, portamonete, ciondoli, gioielli), un kimono estivo e il richiamo di una scritta circa l’arrivo di tessuti giapponesi: “les tissus japonais sont arrivés”.
Quanti saranno i negozi così, a Parigi – mi chiedo – disseminati nei vari arrondissements, persi in piccole strade, negozi che contano su una solida seppur forse limitata clientela fedele, più che non sulla massa dei visitatori e dei turisti fra cui spesso si mescolano appassionati cultori del Giappone, quando non addirittura “fan”.
Qui in rue de Condé, a pochi passi dal teatro dell’Odéon, fra Saint-Germain e i giardini del Luxembourg, un kimono occhieggia da una vetrina, visione di grazia inattesa.