Anche quest’anno è arrivato il 5 maggio, kodomo no hi, la festa dei maschietti, denominata tradizionalmente tango no sekku.
L’abbiamo vista arrivare nei preparativi di un negozio, a Hiroshima, a pochi passi dallo Heiwa kōen, il Parco della Pace, e faceva ancora freddo, in quei giorni. Il vento sbatteva le carpe appese davanti al negozio con dolce violenza, facendole fluttuare davanti ai nostri occhi mentre il proprietario disinballava le scatole appena arrivate.
L’abitudine di esporre carpe (di carta, di seta, di nylon, a seconda dei tempi e delle possibilità economiche), sui tetti delle case (tante quante sono gli uomini e i bambini che le abitano) e poi su ponti, su scuole, su negozi, su svariati edifici, insomma, è molto antica e le volte che ho viaggiato nell’ovest del Giappone e a Shikoku mi sono accorta che le carpe vengono esposte molto presto, già in aprile. Così il negoziante di Hiroshima si era rifornito per tempo.
La carpa risale la corrente e per la sua strenua volontà e per la sua capacità di resistere alle avversità è proposta ai bambini come esempio. Insieme agli iris (le cui foglie ricordano una spada) esposti su ripiani in cui fanno bella mostra di sé miniature di guerrieri in armatura proposti anch’essi come esempi di coraggio e di valore, le carpe fluttuanti (koinobori) sono l’emblema gioioso della festa.
Fluttuando nel cielo di aprile e maggio le carpe colorate rallegrano e ravvivano il paesaggio primaverile.