Ritorno alla poesia.

Alzando lo sguardo. Nel giardino. Koishikawa Korakuen, Tōkyō, aprile 2017.

Una conversazione infantile

Adokenai hanashi

 

Chieko dice che a Tōkyō,

non c’è cielo.

Dice di voler vedere

un vero cielo.

Colto di sorpresa,

io guardo su.

Attraverso il fogliame

fresco dei ciliegi

intravedo quel bel cielo

che da piccolo

ho visto tante,

veramente tante volte.

Le nuvole opache sospese

sull’orizzonte

sono umidità appena rosata

del mattino.

Guardando lontano, Chieko

dice:

“Il vero cielo di Chieko

è quello blu

che si vede

tutti i i giorni

sul monte

Atatarayama”.

Abbiamo parlato del cielo

come due bambini.

 

Takamura Kotarō

(1883-1956)

 

Traduzione di Takeshita Toshiaki.

Takamura fu scultore e poeta. Scritta con un linguaggio colloquiale, questa poesia in versi liberi è dedicata alla moglie Chieko, ammalata di tubercolosi e sofferente, negli ultimi anni della sua vita, di una forma di schizofrenia. Alla moglie, Naganuma Chieko (1886-1938), pittrice, disegnatrice e esponente del gruppo di “nuove donne” (atarashii onna) che aveva dato vita alla rivista Seitō (Calze blu, 1911), dedicò la sua più celebre raccolta di versi, Chiekoshō (1941), da cui è tratto questo componimento.

 

Chieko wa Tōkyō ni sora ga nai to iu/honto no sora ga mitai to iu./Watashi wa odoroite sora o miru./ Sakurawakaba no aida ni aru no wa,/ kitte mo kirenai/ mukashinajimi no kireina sora da./ Don’yori kemuru chihei no bokashi wa/ usumomoiro no asa no shimeri da./ Chieko wa tōku o minagara iu,/ Atatarayama no yama no ue ni/ mainichi deteiru aoi sora ga/ Chieko no konto n sora da to iu./ Adokenai sora no hanashi de aru.

La copertina del primo numero della rivista Seitō, disegnata da Naganuma Chieko.