Una conversazione infantile
Adokenai hanashi
Chieko dice che a Tōkyō,
non c’è cielo.
Dice di voler vedere
un vero cielo.
Colto di sorpresa,
io guardo su.
Attraverso il fogliame
fresco dei ciliegi
intravedo quel bel cielo
che da piccolo
ho visto tante,
veramente tante volte.
Le nuvole opache sospese
sull’orizzonte
sono umidità appena rosata
del mattino.
Guardando lontano, Chieko
dice:
“Il vero cielo di Chieko
è quello blu
che si vede
tutti i i giorni
sul monte
Atatarayama”.
Abbiamo parlato del cielo
come due bambini.
Takamura Kotarō
(1883-1956)
Traduzione di Takeshita Toshiaki.
Takamura fu scultore e poeta. Scritta con un linguaggio colloquiale, questa poesia in versi liberi è dedicata alla moglie Chieko, ammalata di tubercolosi e sofferente, negli ultimi anni della sua vita, di una forma di schizofrenia. Alla moglie, Naganuma Chieko (1886-1938), pittrice, disegnatrice e esponente del gruppo di “nuove donne” (atarashii onna) che aveva dato vita alla rivista Seitō (Calze blu, 1911), dedicò la sua più celebre raccolta di versi, Chiekoshō (1941), da cui è tratto questo componimento.
Chieko wa Tōkyō ni sora ga nai to iu/honto no sora ga mitai to iu./Watashi wa odoroite sora o miru./ Sakurawakaba no aida ni aru no wa,/ kitte mo kirenai/ mukashinajimi no kireina sora da./ Don’yori kemuru chihei no bokashi wa/ usumomoiro no asa no shimeri da./ Chieko wa tōku o minagara iu,/ Atatarayama no yama no ue ni/ mainichi deteiru aoi sora ga/ Chieko no konto n sora da to iu./ Adokenai sora no hanashi de aru.