Una lettura d’estate. Unsui nikki. 22. La consultazione personale con il maestro.

“La consultazione individuale con il maestro”, acquerello di Satō Giei.

 

La consultazione personale con il maestro

 

Poco dopo la colazione con il brodo di riso e il rito del tè risuona la campana della consultazione che convoca i monaci all’incontro del mattino “in solitudine con il maestro”. Si tratta del pilastro attorno a cui ruota la vita del monaco. La scuola zen Rinzai ha una pratica che la distingue: “le questioni di messa alla prova”, ossia i kōan. Entrare nella cella del maestro e sottoporgli il proprio modo di imparare queste questioni, è ciò che si chiama abitualmente la consultazione in solitudine.

Con i kōan, si affronta la grande Via della verità cosmica. Si presentano come un florilegio di aneddoti che sono percorsi da insegnamenti pieni di sapore che ricaviamo sia dalle azioni che dalle parole dei fondatori: tutti i patriarchi che si sono susseguiti nella storia dello zen e hanno trasmesso la Legge. Si contano mille settecento kōan, e questa serie di apre con la “questione della prima barriera”. Eccola: che rumore fa una sola mano che applaude? O quest’altra: che cos’è il “vuoto (mu)” di Zhaozhou?

Il piccolo novizio, che è appena arrivato al monastero, ha avuto ben cura di farsi spiegare ben bene il comportamento da adottare nel corso della consultazione individuale e ora è arrivato il suo turno di raggiungere la cella del maestro per ricevervi il suo primo kōan. Per essere un’iniziazione, questa lo è per davvero, in buona e dovuta forma!

Ma il maestro si limita a queste parole:

“La mano emette un suono, vero? Ebbene, cerca di scoprire il rumore che fa una sola mano che sta applaudendo!”

Con questo, lo lascia andare senza altra spiegazione. Non c’è dubbio: la questione lo introdurrà al risveglio della sua stessa natura, ma il nostro pivello non ci capisce un’acca e non sa da che parte prenderla. Non può che andare a tentoni, perplesso, avvolto da spesse tenebre. Senza contare che ciò che è detto nel segreto del faccia a faccia non deve in alcun modo essere divulgato alla leggera. Come se la caverà il nostro novizio? Non c’è altro da fare che cimentarsi con la questione, che cercare ancora, che mettere le proprie idee alla prova del suo corpo e del suo spirito: il cammino che si apre davanti a lui, deve trovarlo da solo.

 

Satō Giei

(1920-1967)

 

Fonte:

Satō Giei, Journal d’un apprenti moine zen (Unsui nikki, 1966),

traduit du japonais par Roger Mennesson, Arles, Philippe Picquier, 2010, pp. 54-55.

Edizione giapponese pubblicata da The institute for Zen studies nel 1972.

❖Mia traduzione “di servizio” dall’edizione in lingua francese.

 

➽ Maggiori informazioni sul libro e il suo autore le trovate in questa pagina:

https://www.rossellamarangoni.it/una-lettura-per-lestate-unsui-nikki-il-diario-di-un-novizio-zen.html