Preparando il libro sullo Zen, avevamo girato il Giappone scattando immagini nei templi delle varie scuole e in alcuni luoghi significativi collegati alle arti e all’estetica zen. Alcune foto sono finite nel libro. Ne sceglierò qualcuna e la presenterò qui, con la relativa didascalia. Ricordo per me di viaggi straordinari, di studi entusiasmanti e… di un libro.
Pur risalendo al primo periodo Edo (1603-1868), cioè a un’epoca tarda rispetto a quella in cui visse Sen no Rikyū (1522-1591), il massimo propugnatore dell’estetica wabi, questa immagine sembra alludere alla rustica semplicità teorizzata dal maestro e riassunta nel concetto estetico di wabi.
Nell’ampio tsukubai di forma irregolare collocato accanto al padiglione del tè detto “della luna riflessa nella mano” si specchia il verde della lussureggiante vegetazione del celebre parco di Takamatsu, il Ritsurin, esaltata dalla luminosità di un giorno di pioggia estiva.
Il termine tsukubai deriva dal verbo tsukubau, accovacciarsi: l’atto di purificazione richiesto dalla cerimonia del tè richiede di lavarsi le mani e risciacquarsi la bocca compiendo un gesto umile come quello di chinarsi verso l’acqua di un bacino di pietra posto in basso davanti alla veranda.