Frutto dell’autunno e altro ancora. Il kaki.

Mu Qi (giapp. Mokkei) 1210-1275 circa, I cachi, Kyōto, Daitokuji.

È questa, forse, la raffigurazione più celebre di kaki, il frutto che in Giappone evoca l’autunno, stagione prediletta. Si tratta del capolavoro del grande maestro cinese Mu Qi (chiamato Mokkei in Giappone), uno dei massimi esponenti della scuola pittorica chan, un pittore che influenzò generazioni di pittori giapponesi legati allo zen.

“Nell’apparente semplicità delle nature morte chan si cela una molteplicità di contenuti dottrinari come la manifesta unicità di corpo e mente e quindi di vita quotidiana e vita spirituale, e la convinzione della presenza della natura-di-Buddha in ogni essere. In quest’opera del maestro cinese Mu Qi i kaki rappresentano la realtà del mondo fenomenico, ed  esprimono compiutamente il concetto di mujō (impermanenza), che condiziona questo mondo: il carattere di mutevolezza e immutabilità delle cose e dei fenomeni.”*

Il kaki, frutto dell’autunno dalla potente simbologia, è una presenza importante anche nella poesia giapponese, sia classica che moderna. Il suo stesso  nome è un kigo, o “parola di stagione” secondo la convenzione poetica che assegna ad alcuni termini il compito di evocare una stagione: dire “kaki” è richiamare immediatamente l’autunno.

Un esempio per tutti, questo splendido haiku:

 

Te ni nosete

kaki no sugata

no horebore akaku.

Sul palmo della mano

rosseggia, rutilante nella sua pienezza,

un cachi.

 

Santōka

(1882-1940)**

 

O, questo haiku di un grande poeta:

 

Kaki kueba

kane ga naru nari

Hōryūji.

Mentre mangio kaki

suona la campana.

Hōryūji.

 

Masaoka Shiki

(1867-1902)***

 

Ma il kaki non è solo poetica immagine dell’autunno.

È anche testimonianza di pace. Nel 1995 durante la preparazione di una mostra a Nagasaki l’artista Miyajima Tatsuo venne a conoscenza di un albero di kaki sopravvissuto al bombardamento atomico e del fatto che il biologo Ebinuma Masayuki che se ne prendeva cura era riuscito a far crescere dai semi di quell’albero delle nuove piantine che Ebinuma donava ai bambini in visita a Nagasaki come simbolo di pace.  Miyajima e Ebinuma hanno creato insieme un progetto per piantumare in giro per il mondo nuove piantine di kaki ricavate da quell’unico esemplare sopravvissuto alla catastrofe. Simbolo di pace e di rinascita. Un’idea toccante. 

Ecco il loro progetto In italiano): Revive Time Kaki Tree Project

Passando davanti a un albero di kaki carico di frutti rosso-arancio, assaporando un frutto spaccato e succoso in una tazza, si affollano alla mente immagini, concetti, parole.

Sì, il gusto dell’autunno ha il dolce sapore del kaki.

 

*Come spiego in Zen, Milano, Electa Mondadori, collana Dizionari delle religioni, 2008, pp. 130-133.

**Traduzione di Irene Iarocci.

** *Traduzione di  Irene Starace.

 

**** E anche al singolare, è sempre KAKI, o cachi. Si tratta di una parola giapponese. Tutto qui.

 

Kaki acerbi, ricordo dell'estate. (Paris, Jardin d'acclimatation, été 2012)