Kanpai 乾杯 Ganbei
Il brindisi e il convivio nella poesia giapponese e cinese
www.shodo.it
La mostra è aperta tutti i giorni dalle 14:00 alle 19:00
Programma
Lunedì 14 dicembre ore 18:00
inaugurazione e brindisi di apertura, con una presentazione di Carmen Covito
Martedì 15 dicembre ore 18:00
“Forma e ritmo nello shodō” conferenza di Marcello Ghilardi
Mercoledì 16 dicembre dalle 15:00 alle 18:30
lezione di calligrafia (è richiesta la prenotazione)
Giovedì 17 dicembre ore 18:00
“Hyakunin Isshu: poesie di cento poeti” conferenza di Andrea Maurizi
Venerdì 18 dicembre dalle 14:00 alle 17:00
lezione di calligrafia in kanji (è richiesta la prenotazione);
ore 18:00 “Sake, bevanda per gli dei”
conferenza di Graziana Canova Tura in dialogo con Carmen Covito
Sabato 19 dicembre dalle 14:00 alle 17:00
lezione di calligrafia giapponese in kana (è richiesta la prenotazione);
ore 18:00 brindisi finale e chiusura della mostra
Per partecipare alle lezioni è necessario prenotare scrivendo a katia@shodo.it
Le conferenze sono a ingresso libero fino ad esaurimento dei posti disponibili.
“Tra colline coperte di fitte foreste e snelli bambù, scorre serpentino un
torrente scintillante. Seduti sulle due rive, mancando il piacere della
buona musica, beviamo l’uno dopo l’altro dalla tazza che scende lungo
la corrente, intrattenendoci con una poesia ad ogni brindisi. E così
dialoghiamo, in lieta libertà.”
dalla Prefazione al Padiglione delle Orchidee di Wang Xizhi (303-361)
da “Forma e ritmo nello shodō” di Marcello Ghilardi
… Lo shodō di Bruno Riva dà espressione e rinnova molti degli aspetti che l’esercizio tradizionale ha saputo elaborare, insieme al gusto europeo della ricerca artistica e filosofica, nella tensione continua fra tradizione e iniziazione. Il gesto della scrittura mantiene il legame con la conoscenza delle forme e degli stili antichi, insieme a un rinnovamento continuo della ricerca e dello spirito che la anima. L’atto della scrittura-pittura è processuale e relazionale; la sua gestualità, che viene raffinata anno dopo anno tramite lo studio, non considera il pennello, la mano, il polso, il braccio, la spalla e l’intero busto come segmenti staccati e indipendenti, né come meri esecutori di un’idea presente in modo implicito nella mente dell’artista. C’è invece continuità tra cuore-mente (kokoro 心) e pennello, tra mano e inchiostro, tra movimento del polso e assorbimento dell’inchiostro nella carta. La forma che si dispiega è a sua volta un processo da cogliere nella sua vibrazione continua, in quanto “forma formante” e non come semplice “forma formata” che, una volta raggiunta la compiutezza dei tratti, giace immobile sul foglio. Nello shodō la forma è sempre in movimento, è atto continuo: chi osserva una poesia o un carattere dipinti ne rinnova ogni volta la genesi, l’emergere dinamico, la dimensione temporale e non solo spaziale. Ogni carattere, se animato dal soffio vitale (ki 氣), assume una valenza anche tridimensionale, che attinge a una paradossale “profondità” della superficie, e non si staglia solo sulle due dimensioni del foglio bianco; ogni sguardo, ogni lettura attuano lo svolgersi nel tempo del gesto e delle forme.
La capacità di intonarsi al soffio animante che circola nel mondo è la vera abilità del maestro calligrafo, e questa abilità è raggiunta attraverso il lungo apprendistato nella disciplina. Ciò che conta non è il tratto costituito e depositato, fissato sulla carta, ma il dinamismo del gesto, ogni volta nuovo, che quel tratto racchiude e sprigiona se lo si contempla percependo l’energia che l’ha prodotto. Spesso si vedono gli intenditori, gli esperti, i maestri calligrafi che, contemplando un carattere tracciato, ne seguono le linee, le curve sinuose con lo sguardo o anche con le dita, riproducendo nell’aria i gesti che hanno permesso a quel carattere di compiersi. Per apprezzare pienamente una calligrafia giapponese è bene riuscire a riprodurre, o almeno immaginare, sentire non soltanto con gli occhi l’insieme dei gesti che quelle linee hanno richiesto, che quelle linee sempre e di nuovo sprigionano se vengono contemplate con attenzione. Il tratto calligrafico cerca di superare il paradosso che accompagna ogni figura tracciata, che nel suo essere compiuta annulla la vitalità del gesto. Nel tratto compiuto sprofonda e svanisce l’atto del tracciare; ma lo shodō mira proprio a conservare nel tratto il movimento, la qualità viva del gesto. Compito “ossimorico”: mantenere perennemente, nel tratto tracciato, l’impermanenza del farsi del gesto.
Vendita Speciale di Porcellane di Fukagawa-seiji
fino al 29 Gennaio 2016
FUKAGAWA-SEIJI Milano Studio
Vicolo Ciovasso 1 – 20121 Milano ITALY tel/fax +39 02.865138
e-mail: arte.giappone@libero.it / studio_milano@fukagawa-seiji.co.jp
Orario :14:00-19:00, da martedì a venerdì
chiude per ferie dal 21 dicembre 2015 al 11 gennaio 2016
Associazione Culturale ARTE GIAPPONE
Orari: 14.00-19.00 / lunedì, sabato e festivi chiuso
Vicolo Ciovasso 1 – 20121 Milano
tel.&fax 02865138 e-mail: arte.giappone@libero.it / web:www.artegiappone.com