Momiji no ga
紅葉賀
La festa delle foglie d’autunno
In cui si narra di una festa molto attesa da tutta la Corte, di un bimbo bello come il padre, e di una dama inguaribilmente civetta.
L’Imperatore regnante (Kiritsubo-in) sta per rendere omaggio all’Imperatore abdicatario allo Suzaku-in, il decimo giorno del mese senza dei, il decimo mese. La festa, che sarà molto solenne, è attesa da tutti. L’Imperatore organizza una prova alla presenza delle donne di corte e, in particolare, della Principessa del Padiglione del Glicine (Fujitsubo no chugō), la sua sposa favorita, che attende un figlio che in realtà è di Genji.
In questa occasione Genji, accompagnato dal suo amico, il Secondo Comandante e Capo della Cancelleria Tō no Chūjō, interpreta la danza delle Onde del mare azzurro e fa mostra di una grazia e di un talento senza pari. Il consesso è grandemente impressionato dalla sua esibizione. Dignitari e principi seguono l’esempio dell’Imperatore e lasciano scorrere lacrime di emozione. Imbarazzata e confusa al ricordo della colpa commessa, la Principessa del Padiglione del Glicine non osa lodare il talento di Genji, eppure egli la incalza: “Come vi è sembrata la danza di ieri? Ero turbato oltre ogni dire.
Preso dai miei pensieri
a malapena potevo danzare
ma il movimento
delle maniche ondeggianti
vi ha fatto conoscere i miei sentimenti?
Vogliate perdonarmi”. Forse perchè la sua seducente immagine era rimasta impressa nel suo ricordo, ella non riuscì a impedirsi di rispondergli:
Troppo lontano
è l’ondeggiare delle maniche
della gente di Kara,
ma ogni vostro gesto
mi ha dato un’emozione profonda
che non ha eguali”. Era una risposta preziosa oltre ogni dire.*
Il giorno della visita al Suzaku-in, Genji mette di nuovo d’accordo tutti per la bellezza della sua danza. Quella stessa notte è elevato al Terzo Rango Maggiore, mentre il Comandante Capo della Cancelleria è elevato al Quarto Rango Maggiore.
La vita riprende il suo corso. I sentimenti del Principe verso Fujitsubo non si attenuano malgrado l’estrema freddezza della donna, sempre più preda dei rimorsi.
Intanto la fanciulla del Murasaki si mostra sempre più riconoscente verso il Principe, che gli dà un’educazione molto accurata. Le rende visita al mattino e alla sera nell’ala occidentale della sua residenza, sistemata appositamente per lei. Quanto alla sua sposa, Aoi no ue, essa inalbera un atteggiamento severo e freddo nei suoi confronti, rimproverandogli le continue assenze.
Poco dopo il Capodanno, Fujitsubo mette al mondo un maschio, il futuro imperatore Reizei-in. La Corte accoglie con grande gioia la nascita del principe. Il neonato ricorda la bellezza e la grazia del suo vero padre, Genji. Eppure nessuno, e men che meno l’Imperatore che ignora tutto della relazione adulterina tra suo figlio e la sua sposa, sospetta qualcosa. La Principessa Fujitsubo evita costantemente la presenza di Genji. In preda a una grande tristezza, il Principe si rifugia sempre più spesso nel padiglione di Murasaki: si delizia di insegnarle a suonare il kin e insieme ammirano dei dipinti. Le serate trascorse con lei sono piene di una grande dolcezza e confortano il Principe.
Poco dopo Genji incontra un nuovo personaggio femminile: la Seconda Dama delle Stanze Interne (Gen no naishi no suke), una donna matura, civetta e molto frivola. Sedotta dal fascino e dalla bellezza di Genji, la donna lo assedia. Divertito dal suo comportamento libertino, insolito in una donna della sua età, il Principe finisce col cedere alle sue avances e trascorre una notte con lei: “Era più elegante del solito, abbigliata e pettinata con cura, l’abito forse troppo appariscente e il suo atteggiamento invitante: certo non si decideva a invecchiare, pensò egli guardandola con un certo disagio, ma allo stesso tempo, incapace di resistere alla curiosità di sapere cosa ella avesse in mente, provò ad attirare la sua attenzione tirando un lembo del suo strascico pieghettato: l’occhiata che ella gli rivolse, il volto nascosto dietro un ventaglio dipinto a colori vivaci, fu un lungo sguardo in tralice… **
Il Comandante del Quarto Rango Maggiore (Tō no Chūjō), che subito scopre questa relazione, progetta anch’egli di conquistare la dama in questione. Trascurata da Genji, la dama accetta volentieri di essere consolata da Tō no Chūjō. Ma capita anche che una notte i due giovani si ritrovino insieme nella stanza della dama e ne nasca una situazione di grande imbarazzo…
Alla settima luna, la Signora del Glicine è promossa Imperatrice e fa il suo ingresso a Palazzo: “... agli occhi del giovane Signore che non riusciva a rassegnarsi, la sua immagine, chiusa nel palanchino imperiale, appariva lontana e irraggiungibile. Mormorò fra sé e sé:
Smarrito
fra le tenebre del mio cuore
che non hanno fine
la vedo scomparire
al di sopra delle nubi”.***
L’Imperatore mira così a bilanciare il potere della famiglia della sua sposa principale, la Signora di Kokiden (Kokiden no ōgisaki) e a mettere in futuro sul suo stesso trono il bimbo di Fujitsubo che egli crede suo figlio, un bimbo che a mano a mano che il tempo passa assomiglia sempre più al suo vero padre, Genji: “ma per quanto la Principessa si tormentasse, sembrava che nessuno ci facesse caso. In effetti, come sarebbe potuto mai venire al mondo qualcuno la cui bellezza fosse pari alla sua, ma che non gli somigliasse?”****
Genji compie ora vent’anni e viene promosso Consigliere.
* Murasaki Shikibu, La Storia di Genji, traduzione di Maria Teresa Orsi, Einaudi, Torino, 2012, p. 146 .
** Ivi, pag. 157.
*** Ivi, pag. 163.
**** Ibidem.