Storie di guerra, storie di guerrieri. Leggendo lo Heike monogatari.

 

Heiji monogatari emakimono, periodo Kamakura. Tōkyō kokuritsu hakubutsukan.

 

La zona di Ichinotani, con montagne a nord e una baia a sud, era un sito militare strategicamente ideale. L’ingresso alla baia era assai stretto, ma vasta era la spiaggia, lungo la quale si innalzavano ripide scogliere. Le rocce si ergevano così alte e dritte da sembrare un enorme paravento. Dalle acque della baia fino alle rocce, bastioni di pietra e pali acuminati creavano la prima linea difensiva. Nelle acque profonde oltre i bastioni erano ancorati grandi vascelli, disseminati anch’essi in posizione difensiva. Sulle torrette all’interno del forte era dispiegata una moltitudine di soldati che venivano da Shikoku e da Kyushu, armati di tutto punto con archi e spade pronte a colpire. Questa folla di uomini sembrava una nube tempestosa in procinto di esplodere, così grande era la sua massa! Oltre le torri si trovava una legione con i cavalli sellati. Incessante era il rullo dei loro tamburi e il suono delle campane di guerra. I profili dei loro archi erano come lune crescenti, e il bagliore delle loro lame somigliava al luccichio delle gelate bianche in autunno. I rossi stendardi che svolazzavano alti nella brezza primaverile sembravano fiamme di un mostruoso falò.

 

Heike monogatari, vol. II, libro IX, cap. V.

 

Lo Heike monogatari  (Storia degli Heike), è un racconto epico composto tra il 1202 e il 1221 e attribuito a Hamuro Tokinaga e appartiene al genere dei gunki monogatari o “racconti guerreschi”. Racconta le gesta e le sventure del clan Taira dopo la guerra di Hōgen (Hōgen no ran, 1156) e la guerra Heiji (Heiji no ran, 1160), quando, dopo aver conquistato la supremazia sul clan rivale dei Minamoto e monopolizzato il potere a corte per un ventennio,  fu sconfitto e cancellato dai Minamoto alla fine della guerra Genpei (Genpei gassen, 1180-1185). Lo Heike monogatari, diffuso per le contrade del Giappone da musicisti ciechi (spesso monaci) che lo declamavano accompagnandosi con il biwa (sorta di liuto di origine cinese), i cosiddetti biwa hōshi, ha contribuito non poco alla creazione di un immaginario, comune e condiviso, che ha visto esaltata la figura del guerriero, il cui destino tragico e ineluttabile adombra la fragilità dell’esperienza umana, e ha fornito al Giappone un bagaglio di storie leggendarie e di figure eroiche che ha alimentato nel corso dei secoli successivi la letteratura, il teatro, il cinema, la televisione, i manga.