Era la vigilia della festa, la cittadina fra le montagne era in fermento. Si mettevano in moto gli antichi carri, tirati a lucido, con le loro karakuri ningyō (automi), i loro intagli, i bassorilievi, i cordoni colorati intrecciati con nodi di buon augurio. I musicisti controllavano gli strumenti. E tutti erano pronti, dopo mesi di preparativi, a vivere pienamente una festa che sarebbe durata due giorni e una notte. Avevamo negli occhi i colori, nelle orecchie i suoni: la festa era in arrivo. Quest’anno il matsuri di Hida Furukawa non si fa. E questa notizia mi riempie di tristezza. Penso alla tristezza degli abitanti della città: la festa è dentro di loro. Penso a loro, agli amici di Hida Furukawa, ai giorni sereni trascorsi insieme. Oggi, l’anno scorso. Care memorie.