Miyabi, il fascino della calligrafia giapponese a Riva del Garda.

 

La prima mostra fuori dal Giappone della maestra e artista dello shodō (l’arte della calligrafia giapponese) Tahara Yoshie si tiene a Riva del Garda, e permette al pubblico italiano di avvicinare la grande arte della calligrafia classica in kana (hiragana, il sillabario fonetico).

 

Così Tahara Yoshie presenta la sua mostra:

Lo hiragana è un sillabario fonetico formato da segni semplici.  Intorno al VII secolo i caratteri ideografici “kanji” furono importati dalla Cina. Verso la metà dell’ XI secolo gli hiragana si formarono trascrivendo in corsivo alcuni kanji, in particolare quelli usati in un’antica antologia di poesia, il Man’yoshū. Allora furono scritte tante poesie brevi di 5 – 7 – 5 – 7 – 7 (31) sillabe in cui il poeta o la poetessa esprimeva i propri sentimenti.

Nel XIII secolo nacque il libro “Hyakunin isshu”, letteralmente “Cento uomini, una poesia”. Cento poesie brevi scritte da cento poeti diversi dal VII al XIII secolo, furono selezionate da  Fujiwara no Teika che viveva ad Ogura Sansō (a Kyōto). Nel libro le poesie sono messe in ordine cronologico.

Nel 2012 sarà commemorato il 777° anniversario della nascita dello “Hyakunin isshu”. Oggi, celebrandolo anticipatamente, vi presento l’alfabeto originale nipponico “hiragana” attraverso qualche poesia breve di questo libro che riflette la cultura di corte nell’epoca Heian (794 – 1185). Oltre a queste poesie, ne ho scelte anche alcune dal “Kokin wakashū”, un’altra celebre antologia.

Fin dai tempi antichi i giapponesi compongono una poesia per ammirare la bellezza della natura e il cambiamento delle stagioni.  Fiore, uccello, vento e luna sono sempre utilizzati come parole chiave. Ispirandomi al mondo culturale del Giappone antico, ho realizzato la mia calligrafia su carte decorate.

 

La mostra è a ingresso gratuito. Dimostrazioni e lezioni di shodō e cerimonia del té corredano l’esposizione costituendo quasi un percorso di avvicinamento alla cultura giapponese classica. Un percorso di ineffabile eleganza. Miyabi, appunto.