Finalmente, e di nuovo, eccomi, nella città che amo di più (dopo Tokyo) e che non smette mai di affascinarmi e di stupirmi.
Ancora per queste strade, ancora sotto queste nubi che si rincorrono e che ritmano i passi, i desideri, gli incontri. Ecco Parigi e i suoi tesori nascosti.
Neppure quest’anno, però, riuscirò a impedirmi le passeggiate giapponesi che l’anno scorso mi hanno portata dentro a giardini, davanti a vetrine, alla ricerca di oggetti e atmosfere che mi ricordino la mia passione di sempre.
Qui solo da ieri e già davanti a una casa contadina giapponese trasportata qui dalla prefettura di Nagano. Ecco la “maison Kiso”, poco oltre l’ingresso del Jardin d’Acclimatation, il più antico parco pubblico inaugurato da Napoleone III all’interno del Bois de Boulogne, al confine con Neuilly-sur-Seine. Una casa del XIX secolo che potrebbe essere incongrua ma non è, in questo giardino dove giostre dal sapore antico e fiumi magici costeggiano coloratissimi padiglioni coreani e muri cinesi, bambù e aceri nascondono la passeggiata di dromedari e i recinti dei lama.
Mentre qualche prato più in là bambini saltellano su getti d’acqua fresca che sembrano uscire dalla terra e c’è intanto qualcuno che fa la coda davanti a un banchetto giapponese dal nome evocatore (“AtsuAtsu”, caldo caldo) per acquistare takoyaki o yakisoba e una bottiglia di té verde. Sembra un tranquillo pomeriggio d’estate in un parco di Tokyo e invece siamo a due passi dal megacantiere della Fondation Vuitton progettata da Gehry, mentre se ci voltiamo davanti a noi è il Bois de Boulogne.
Ma soprattutto, qui scopriamo una caotica mescolanza di sorprese per gli occhi incantati di adulti e bambini. Il luogo ideale per sentirsi in vacanza, anche solo il tempo di una domenica pomeriggio.