Polpettine di patate dolci
Kanoko
Preparazione: 50 min.
Cottura: 30 min.
250 g di patate dolci . 10 castagne . 100 g di zucchero . sale
Pelare le patate dolci, tagliarle a fette sottili e immergerle in acqua fredda per 30 minuti. Nel frattempo lessare le castagne al dente e sbucciarle mentre sono ancora calde (per questa ricetta si potrebbero anche usare i marroni canditi, o marrons glacés, già pronti).
Scolare le fette di patata, metterle in una casseruola, ricoprirle d’acqua, porle sul fuoco e cuocerle finché sono tenere (10-15 minuti), poi scolarle. Mentre sono ancora calde, unire 50 g di zucchero e lavorare bene con un cucchiaio di legno finché il composto si sarà ammorbidito. A questo punto passare al setaccio (o attraverso uno schiacciapatate) facendo ricadere la purea ottenuta in una casseruola. Unire il resto dello zucchero e 1 pizzico di sale, porre sul fuoco e mescolare finché il composto diviene più asciutto e consistente.
Lasciar raffreddare e poi, con le mani, formare quattro grosse polpette sferiche. Premervi sopra e sui lati le castagne (o i marroni) e appoggiare ogni dolce sopra una foglia posta su un piattino quadrato o rettangolare.
Curiosità. Questa ricetta prende nome (kanoko) dal mantello maculato del daino: la ricetta originale prevede della pasta di azuki sulla quale vanno applicati fagioli chiari cotti, che evocano così il pelo fulvo, macchiettato di bianco, dell’animale. La prima versione di questo dolce pare sia da attribuire a un giullare dell’epoca Tokugawa, vissuto nel quartiere Ningyōchō, a Edo.
Variante di sole castagne
Kuri kinton
Bollire una ventina di castagne, sbucciarle mentre sono ancora calde, passarle al setaccio, versarvi un po’ di zucchero (a gusto) e amalgamare bene. Porre un cucchiaio di questa pasta in un pezzetto di tela e arrotolarlo ben stretto finché il contenuto ha preso la forma di un fagottino.
Questo fagottino di purea di castagna può essere utilizzato come decorazione anche per altri piatti, come per esempio un pesce al sale, ed è una delle preparazioni classiche nel menu di Capodanno.
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Questa deliziosa ricetta è tratta dell’utilissimo libro di
Graziana CANOVA TURA,
Il Giappone in cucina,
Milano, Ponte alle Grazie, 2006.