Dopo le fatiche e le soddisfazioni della terza edizione del festival Japan SunDays … serviva proprio una pausa.
Così:
siamo tornati nelle strade che amiamo, fra i bistrot e le terrasses su cui ci si ferma volentieri per una piccola sosta di voluttà. Prendersi tempo, camminare guardando su di noi rincorrersi le nuvole e, sotto, illuminarsi al sole l’esplanade des Invalides, riverberare le vetrine di rue Cler, baluginare di luce l’acqua del fiume, superficie iridescente di piccoli brillanti.
Abbiamo visto sventolare le carpe sulle rive della Senna.
Abbiamo assaggiato le patatine al wasabi di Monop’ (gustose!). Anche il supermercato sotto casa riserva delle sorprese…
Abbiamo preso la 69 direzione Champs-de-Mars, e scoperto che, se non hai fretta, il traffico lungo la strada ti regala un inconsueto punto di osservazione sulla città.
Abbiamo esplorato il 13°, con i negozi cinesi, i ristoranti thailandesi/vietnamiti/cambogiani, una libreria, Terre Nouvelle, che sembra sopravvissuta a un’altra epoca, con un’intrigante vetrina piena di libri ingialliti su Chine, Vietnam, Japon che avremmo voluto sfogliare (ma era chiusa, ma ci torneremo) e un centro commerciale in place d’Italie (Centre Galaxie) che altro non è se non l’unico progetto parigino del grande Tange Kenzo (realizzato nel 1991).
Abbiamo vissuto da flâneurs nella città che ha ispirato il concetto stesso di flânerie.
Abbiamo risposto in franco-giapponese a un questionario sulle tante sfumature del color murasaki alla Maison du Japon e poi ci siamo messi in fila per visitare una mostra di armi antiche e armi futuribili realizzate da maestri spadai giapponesi (Evangelion et les sabres japonaises, fino al 21 giugno).
Abbiamo fatto picnic in città, visitato mostre, “leccato le vetrine”, sorseggiato caffé.
Abbiamo visto in una vetrina Astroboy voltare le spalle all’Uomo Ragno…
Abbiamo visitato librerie e acquistato libri, libri, libri!
(Ed esplorando il piano dedicato alle Littératures étrangères della Gibert Joseph ci siamo accaparrati a prezzo scontato: Le voyageur /Kōjin e Le 210e jour /Nihyakutōka di Natsume Sōseki e l’indispensabile e ricercatissimo Femmes galantes, femmes artistes dans le Japon ancien di Jacqueline Pigeot. Una conquista.)
E ci siamo dimenticati del resto. Delle mail, dei social network, perfino di questo blog.
Ma niente paura: le promenades japonaises à Paris riprenderanno a fine luglio, durante il prossimo viaggio.
Lo prometto!
Dedicato con gratitudine alle amiche vicine e lontane che si ritrovano qui…