Non è neve, lo sappiamo. Forse è pioggia. Una pioggia che non bagna, però. Una pioggia che tinge di rosa la città. E’ il vento di primavera che disperde i petali e basta avvicinare lo stagno in un parco, un rivolo d’acqua, un prato, i gradini della stazione sopraelevata di Uguisudani e subito li si vede turbinare, volteggiare, cadere senza parere ai vostri piedi, appiccicandosi alle suole. Ma sì, è la pioggia di primavera quella che imperversa sulla città, che irrompe per le strade, che si riversa sulle vostre spalle. Una pioggia carica di tutto ciò che sapete cogliere. Un mondo di significati racchiuso nella vostra mano.
Oggi ci siamo nutriti di bellezza. Una mostra sulla cerimonia del tè al Museo Nazionale di Ueno: un dialogo non troppo muto fra capolavori assoluti di pittura cinese (Liang Kai, Muqi! che emozione!), ceramica, contenitori e utensili foggiati dai grandi maestri e frotte di visitatori fra cui spiccavano molte maestre dell’arte del tè nei rigorosi e raffinati kimono iromuji dai colori primaverili. Un’occasione unica di incontro con opere d’arte provenienti da diversi musei e raccolte qui per l’occasione. Questa sì un’imperdibile occasione.
Poi una piccola fuga. Un pomeriggio di passeggiate e fascinazioni in uno dei giardini più belli della Edo delle residenze principesche dei feudatari di nobiltà guerriera, il Koishikawa Korakuen. Pochi turisti e ricordi, tanti, di un antico passato.
Un gioiello nascosto fra i palazzi e in cui la città sembra allontanarsi. E tanto basti per oggi. La stanchezza pesa sulle palpebre e invita al sonno.