難波潟
みじかき芦の
ふしのまも
あはでこの世を
過ぐしてよとや
Naniwa gata
Mijikaki ashi no
Fushi no ma mo
Awade kono yo o
Sugushite yo to ya
Ise
(c. 877-c. 940)
Passar questa vita senza vederci | Senza toccarsi | Come vivrò |
sia pur un intervallo [breve come] | stanno i nodi di canna | senza poterti incontrare |
quello fra i nodi dei corti | sulla laguna | neppure per un istante |
rovi della palude di Naniwa: | nemmeno per un attimo | breve quanto i nodi dei giunchi |
è forse questo che intendi? | insieme, tu mi dici. | della baia di Naniwa. |
Trad. di Marcello Muccioli. | Trad. di Nicoletta Spadavecchia. | Trad. di Andrea Maurizi. |
Fonte per il testo giapponese:
Japanese Text Initiative della University of Virginia Library.
Le traduzioni sono tratte da:
Marcello Muccioli (a cura di), Fujiwara Teika, La centuria poetica, Milano, SE, 2010 (1a ed. Firenze, Sansoni, 1950).
Nicoletta Spadavecchia, Michelangelo Coviello (a cura di), Fujiwara Teika. Tanka. Antologia della poesia classica giapponese, Milano, Corpo 10, 1990.
Andrea Maurizi, Poesie di cento poeti in Virginia Sica, Francesca Tabarelli de Fatis (a cura di), Lo spirito giovane della calligrafia classica. Personale di Kataoka Shikō, Trento, Go Book, 2006.
☛ Ho scelto queste traduzioni e non altre, che pure esistono, perché già nella mia disponibilità.
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L’immagine che ho scelto per illustrare il waka n°19 è di Utagawa Kuniyoshi (1797-1861), artista del tardo periodo Edo la cui sensibilità è, inevitabilmente, molto diversa da quella che ha dato origine al componimento poetico della poetessa Ise. La stampa che ho trovato fa parte di una serie dal titolo Ogura nazorae hyakunin isshu (Comparazione di Cento poesie per cento poeti di Ogura) in cui a ogni componimento poetico si affianca una scena di un episodio storico o di un dramma del kabuki. Iniziata durante le riforme repressive dell’era Tenpō (1847), la serie comprende 35 stampe di Utagawa Hiroshige (1797-1858), 51 stampe di Utagawa Kuniyoshi (1797-1861) e 14 stampe di Utagawa Kunisada (1786-1861). Questa immagine che si riferisce al waka n° 19 della poetessa Ise è opera di Kuniyoshi.
E in questa immagine, ecco cosa vedo.
Nella parte superiore della stampa, accanto al cartiglio con il titolo della serie, posto a destra, è il componimento poetico di Ise.
Sotto a questo la scena è totalmente monopolizzata da una figura di donna. Si tratta di Otani, moglie divorziata di Karaki Masaemon, protagonista di un dramma di vendetta di Iga, Igagoe mono, a sua volta combinazione di due drammi: Igagoe norikake gappa e Igagoe dōchū sugoroku. La trama del dramma deriva da un episodio realmente accaduto a Iga Ueno nel 1634: la vendetta compiuta dal guerriero Karaki Masaemon per conto del proprio cognato Wada Shizuma per vendicare la morte del padre di questi, Yukie, ucciso dal malvagio Matagorō.
Nella stampa di Kuniyoshi la bella Otani è immersa in un paesaggio innevato. Si sta recando a un tempio dove incontrerà l’amato marito, Masaemon, da cui ha divorziato per permettergli di portare avanti liberamente il progetto della vendetta. Otani è abbigliata con una serie di kimono sovrapposti dai vari colori ma sopra ad essi indossa la veste bianca del pellegrino e del pellegrino ha anche altri attributi: i sandali di paglia (waraji), il bastone e l’ampio cappello (ajirogasa) che utilizzerà per ripararsi dalla fitta nevicata. Fra i colletti del kimono spunta la testolina del suo bambino, al riparo, contro il suo petto, fra gli strati dei kimono. Per proteggersi dalla neve Otani indossa anche il sarumino, il tradizionale mantello di paglia utilizzato dai contadini per ripararsi da pioggia e neve. Appoggiata al tronco di un pino la cui chioma innevata sovrasta la donna, Otani spicca contro il morbido cielo grigio punteggiato da fiocchi di neve ma sembra quasi non accorgersi: girata di lato la testa, sembra guardare oltre la propria spalla e sorridere all’idea dell’incontro imminente.