In un corridoio sotterraneo, a Marunouchi, fra la stazione di Tōkyō, splendidamente restaurata, e l’Ufficio postale centrale, straordinariamente rimesso a nuovo e diventato uno scrigno di sorprese, un mega shopping center dal significativo nome di KITTE* (francobollo), giungiamo nella nostra ultima (almeno per questo viaggio) passeggiata attraverso Tōkyō. Svoltando un angolo del corridoio in cui siamo capitati scendendo con l’ascensore sotto l’edificio conosciuto come Maru Biru (Marunouchi Building), scopriamo negozi di leccornie, di specialità gastronomiche giapponesi ma non solo, caffetterie di lusso e gelaterie e fra un ingresso della metropolitana e le scale mobili che portano a un grande magazzino che sembra un hotel, un cartello pubblicitario attira la mia attenzione. Mi fa sorridere, lo trovo delizioso, mi riempie letteralmente di dolcezza. Sono (anche) cose come queste che mi mancano del Giappone.
* Scritto tutto in maiuscolo. In realtà pare che il nome vada visto come un gioco di parole fra kitte (francobollo) e kite (venite!).