Il cielo è tutto un correre di nubi mentre usciamo dal metrò a Clemenceau e raggiungiamo la fila che ci spetta. Lì, proprio lì, accanto al Grand Palais, ci fermiamo a guardare il cielo in attesa del nostro turno. Non abbiamo prenotato, del resto, e due ore van così, sotto le statue impassibili e quasi irridenti che occhieggiano dal colonnato: ma non siamo certo qui per loro. Hokusai è qui, cinquecento sue opere ci aspettano, e non solo ukiyoe, ma dipinti, surimono rari e preziosi, libri illustrati (ehon), calendari (egoyomi), manuali di illustrazioni a uso di artisti e artigiani (edehon) e i manga cui è dedicata una parte consistente della mostra.
Accanto alle opere più conosciute e riprodotte chissà quante volte su ogni tipo di supporto (chi può dire in quanti modi sarà stata declinata La grande onda presso Kanagawa? dalla copertina dello spartito de La mer di Debussy ai gusci degli smartphone ci sarebbe tutto un mondo da scoprire…), scopriremo surimono e dipinti molto meno conosciuti o addirittura novità assolute, come la maquette di un bagno pubblico disegnata in ogni parte dall’artista con tanto di personaggi ritagliabili da inserire nel modellino una volta piegata la carta e costruito il progetto.
Una rarità anche alcuni dipinti o prove di opere mai realizzate o andate perdute. Alcune bijin ci deliziano per la loro eleganza.
E poi ci sono manga, manga, manga. Vetrine e pareti intere. Una passione, quella per questi formidabili disegni, che ha spinto i curatori a ricavarne divertenti animazioni che è possibile ammirare mentre vengono continuamente proiettate sulle pareti di due sale appositamente dedicate.
Decisamente Parigi ama Hokusai. Tante, tantissime vetrine omaggiano il Maestro, e non solo librerie (quanti sono i libri usciti per l’occasione su Hokusai? dopo un paio di giorni qui ho smesso di contarli), ma anche pasticcerie, negozi di oggettistica, negozi di tè, ecc. ecc. Sì, Parigi ama Hokusai. Lo vediamo dal pubblico che affolla queste sale in un banale lunedì di ottobre. Un pubblico attento, un pubblico ammirato. Un pubblico feticista che fa la coda anche nel bookshop della mostra per non farsi mancare almeno uno degli innumerevoli gadget prodotti per l’occasione.
Anche noi lo amiamo. Ma abbiamo avuto la fortuna di visitare la mostra dedicata a Hokusai a Palazzo Reale a Milano, e di visitarla più volte. Anche quell’esposizione seguiva un percorso cronologico, anche quella suddivideva le sale con il criterio dei periodi di attività dell’artista. E’ passato tanto tempo, da allora, ma non ci sembra che l’approccio critico sia cambiato. Non ci sentiamo in colpa, quindi, di saltare gli acquisti al bookshop. Non ce ne voglia il Maestro. Dopo due ore di coda e tre ore e mezza di visita usciamo dal Gran Palais provati e affamati. Sarà l’età…
Fuori il sole del primo pomeriggio fa brillare le foglie gialle sugli Champs-Elysées e in lontananza la cupola degli Invalidi manda bagliori. Ci infiliamo di nuovo in metrò, verso Saint-Michel. Nella solita caffetteria di Saint-André-des-Arts ci attende un pausa ristoratrice.
* La mostra resterà aperta sino al 18 gennaio 2015 ma ci sarà una chiusura dal 21 al 30 novembre per permettere la rotazione tecnica delle opere più fragili. Per informazioni: www.grandpalais.fr