MADE IN JAPAN. L’Estetica del Fare
Mostra collettiva
a cura di Patrizia Rappazzo
Triennale di Milano
3/03 – 1/04/2012
Per “Made in Japan”
alla Triennale di Milano, il 23 marzo 2012, alle ore 18.00
Rossella Marangoni commenta la
Vestizione del kimono
着物
Evento in collaborazione con Giappone in Italia
Il kimono (letteralmente “cosa che si indossa, indumento”, da mono, cosa e ki, radice del verbo kiru, indossare), è il costume nazionale giapponese che si indossa in ogni occasione seguendo un preciso codice. Il kimono ha mantenuto la stessa forma originaria che risale al periodo Nara (VIII sec.), epoca ancora sotto l’influenza culturale della Cina dei Tang. Una pezza di tessuto che, chiusa sovrapponendo il lato sinistro a quello destro, forma con l’angolo delle maniche una grossa T. Viene tenuto chiuso dall’uso di una lunga fascia variamente annodata, lo obi. Questo circonda più volte il corpo femminile stringendolo in una sorta di elegante corazza, va annodato a una altezza prestabilita (variabile a seconda dell’età della donna) e legato sulla schiena per mezzo di un nodo la cui forma cambierà a seconda dell’occasione e dell’età di chi lo indossa. Il kimono è costituito da varie parti, ciascuna delle quali ha un nome specifico: hada-juban (abbigliamento intimo), naga-juban (sottoveste), han’eri (colletto decorativo). Ed è accompagnato da vari accessori fra cui i tabi, calze infradito bianche che ben si adattano alle calzature tradizionali, gli zōri.
Ogni donna giapponese, quando indossa il kimono, segue un codice che le permette di scegliere il kimono adatto all’occasione, cui accostare correttamente lo obi e gli accessori più indicati. Questo codice, che potremmo definire una vera e propria grammatica del kimono, si declina attraverso alcune variabili da tenere sempre presenti: il livello di formalità, l’età, la stagione. L’età di chi lo indossa è un importante elemento condizionante la scelta del kimono. Questa determina sia il tipo che i colori e i motivi decorativi. Una giovane donna nubile, in occasione di cerimonie (per esempio Capodanno o la Cerimonia per la maggiore età, il 15 gennaio) indosserà sempre il furisode (lett. “maniche fluttuanti”), o kimono dalle maniche ampie e lunghe sino a un metro, mentre una donna sposata indosserà il tomesode, con le maniche più corte. Inoltre la posizione del disegno sul kimono è indicativa dell’età della donna: più i disegni sono collocati in basso, verso l’orlo, più si addicono alle donne mature le quali, per quanto riguarda i colori, prediligeranno toni smorzati.
Ma saranno poi le stagioni a dettare la scelta dei colori, dei motivi decorativi, oltre ovviamente che del tipo di kimono, che sarà più o meno pesante. La quantità e la complessità delle parti che compongono il kimono e la lunghezza e pesantezza dello obi fanno sì che a volte si reputi necessaria la presenza di una persona che aiuti a indossarlo. La vestizione del kimono diventa allora una vera e propria cerimonia il cui rituale rimanda alla tradizione estetica classica del Giappone.
Rossella Marangoni
In occasione della manifestazione Made in Japan, la vestizione del kimono verrà presentata dalla maestra Tomoko Hoashi con la modella Erica Bertamini.