I genjimon sono una serie di particolari segni lineari utilizzati da Murasaki Shikibu per numerare i capitoli del Genji monogatari.
Questi caratteri, dall’origine sconosciuta, furono successivamente utilizzati in vari contesti, come motivi decorativi e nel cosiddetto Genji-kō (letteralmente “l’incenso di Genji”), il gioco praticato dall’aristocrazia e che consisteva nel distinguere, per mezzo del loro profumo, dei pacchetti costituiti da 5 bastoncini d’incenso, e indicarli utilizzando appunto i caratteri speciali detti genjimon durante le sedute di kōdō, la raffinata arte di apprezzare i profumi degli incensi e di saperne riconoscere la provenienza che fu formalizzata da Sanjōnishi Sanetaka (1455-1537), il quale creò la prima scuola chiamata Ōeryū.
Durante il periodo Heian il rito detto Genji-kō consisteva per lo più nell’indovinare l’essenza dell’incenso che veniva bruciato. Per vincere occorrevano soprattutto un ottimo naso e una notevole memoria , dato che si trattava spesso di riconoscere miscele che si differenziavano spesso per sfumature minime. Abitualmente il gioco veniva praticato da una decina di giocatori e venivano utilizzate cinque varietà di incenso miscelate.
In quel momento cominciarono ad arrivare messaggeri da tutti gli appartamenti del palazzo, dove si era lavorato alla miscela degli incensi, poiché Genji aveva deciso che il momento per la prova finale doveva essere di sera, quando l’aria cominciava a farsi umida. “Dovresti aiutarmi a giudicarli – disse Genji al fratello. – Sono certo che nessuno se ne intende più di te.” Furono portati gli incensieri e, quantunque il principe Sochi protestasse che quello non era proprio affar suo, dopo un momento aveva già meravigliato tutti quanti con l’incredibile delicatezza della sua sensibilità. Riuscì a nominare gli ingredienti anche di profumi che gli erano affatto sconosciuti: “Qui c’è un pizzico di garofano in più”; o di un altro: ” Non manca che un nonnulla di aquilaria…”
Quantunque le differenze fossero minime tra i vari incensi di tipo kurobo presentati, in complesso quello della Principessa Asagao fu dichiarato il più eccellente, perché univa a un’acuta fragranza una delicatezza e soavità deliziosa. Tra gli incensi jiju quello di Genji riportò facilmente la palma, perché offriva davvero una combinazione straordinariamente piacevole e misteriosa.