Hiroshima, 6 agosto 1945. La pioggia era nera.

Fu come un lampo di magnesio… prima cercammo di fuggire verso il campo aperto, ma non potemmo, perché un largo fronte di fuoco ci veniva incontro…

Hiroshima era completamente avvolta dalle fiamme. Sentivamo un gran caldo e non potevamo respirare. Poco dopo un vortice di fuoco ci investì da sud…Era come un grande tornado di fuoco che occupava tutta la larghezza della strada. Qualsiasi cosa e ovunque il fuoco toccasse si inceneriva… Il vortice di fuoco che copriva tutta la strada si avvicinava… Dopo un attimo cominciò a piovere. Il fuoco e il fumo ci bruciavano la gola… Quando cominciò a piovere la gente aprì la bocca, alzò il viso verso il cielo e tentò di bere la pioggia. La pioggia era nera e cadeva in grandi gocce.

 

Takakura Akiko,

300 m dal luogo dell’impatto

“La bomba atomica (bomba A) lanciata su Hiroshima era lunga 3 m, aveva un diametro di 0,7 m e pesava 4 tonnellate. Per la forma stretta e allungata le venne dato il nomignolo di Little Boy. L’aereo che la trasportò era il B-29 Enola Gay. L’ipocentro (punto sul terreno immediatamente sottostante al punto di esplosione di una bomba atomica) era in ospedale Shima, che si trovava a circa 160 metri a sud-est dell’odierno Padiglione della bomba atomica (Genbaku dōmu). La bomba esplose a un’altitudine di circa 580 m sopra il centro di Hiroshima. Al momento dell’esplosione si formò nel punto dello scoppio una palla di fuoco con una temperatura di svariati milioni di gradi centigradi  e una pressione atmosferica di qualche migliaio di bar. La palla di fuoco si espanse rapidamente: nel primo secondo raggiunse il raggio massimo di 230 m; emise radiazioni termiche molto forti per tre secondi dopo l’esplosione e continuò a brillare per circa dieci secondi. Si ritiene che, a causa delle radiazioni termiche, la temperatura all’ipocentro abbia raggiunto i 3000-4000 gradi centigradi: temperatura molto superiore a quella diffusione del ferro che è di 1550 gradi centigradi.

La forte capacità di dilatazione della sfera di fuoco produsse quella che viene chiamata un’onda d’urto, seguita da un vento molto veloce. La pressione prodotta dal punto di esplosione di una bomba atomica crea un’onda d’aria che viaggia a velocità supersonica. La differenza tra la pressione di questa onda d’urto rispetto alla pressione atmosferica è detta sovrappressione di scoppio. La velocità del vento che soffia dopo l’onda d’urto è detta velocità del vento di esplosione ed è inferiore alla velocità del suono. La pressione derivante dall’onda d’urto a Hiroshima fu particolarmente distruttiva, poiché la sovrappressione raggiunse all’incirca le 36 tonnellate al metro quadrato nell’ipocentro. La velocità del vento di esplosione sempre all’ipocentro era di circa 440 metri al secondo. L’onda d’urto si dissipò dopo aver percorso circa 11 km in 30 secondi.

Gli edifici furono frantumati e incinerati dallo scoppio e dalle radiazioni termiche; le enormi quantità di polvere provenienti dagli edifici distrutti, sollevate dal vento, gettarono la città nel buio più pesto subito dopo il bombardamento. La violenza del vento scagliava le persone a metri di distanza e i raggi termici produssero ustioni da fiammata sui loro corpi.”

Mentre la sfera di fuoco scompariva, il vuoto formatosi intorno al punto di scoppio attrasse polvere, aria e materiali evaporati dalla bomba, sollevando una nube a forma di fungo che saliva sempre più in alto nel cielo. La cima del fungo raggiunse un’altezza di circa 9000 metri otto minuti dopo l’esplosione.  

 

Naomi Shohno, fisico

Da L’eredità di Hiroshima (The Legacy of Hiroshima), traduzione di Anna Rita Vignati Lucentini), Assisi, Cittadella, 1988, pp. 17-18.