Il vento fa turbinare le foglie, sui marciapiedi di boulevard Haussmann, e le foglie continuano a cadere. Ciò nonostante, le chiome dei platani sono ancora pennellate di rossi e di gialli, non ancora spoglie.
Ci spingiamo fino al n° 170, sfidando il vento contrario e la pioggia che minaccia di farci desistere e raggiungiamo le vetrine di un negozio di antica tradizione e di antica passione per il design asiatico, la Compagnie Française de l’Orient et de la Chine, di cui finora conoscevo solo la boutique sulla rive gauche, a boulevard Saint-Germain.
Del resto questo quartiere dall’allure aristocratica, di ambasciate, di giardini e di palazzi eleganti, così vicino agli Champs, vanta una ricca e antica tradizione di passioni “orientaliste”. Nel vicino parc Monceau è il Museo Cernuschi, che conserva tesori di arte cinese e (seppur in misura minore) giapponese, nato da una collezione privata ottocentesca, mentre proprio dietro l’angolo, al n° 48 di rue Courcelles, si nasconde la celebre casa-pagoda Loo, fatta costruire nel 1928 dall’antiquario cinese Ching-Tsai Loo, che era giunto Parigi alla fine del XIX secolo per studiare e qui si era arricchito vendendo “chinoiseries” che, all’epoca, erano di gran moda.
Anche la Compagnie Française segue la tradizione del quartiere, rilevando, nel 1995, i locali in cui nel 1906 gli ebanisti e antiquari Perret & Vibert avevano aperto un negozio di “chinoiseries” che in seguito diventerà, fino al 1994, “La Maison des Bambous”.
Rinnovato completamente l’anno scorso, questo spazio elegante è stato trasformato in un grande e luminoso showroom dedicato all’artigianato haute-de-gamme e al design che rielabora motivi e tecniche artigianali soprattutto dell’Asia estremo-orientale. Dalle stoffe, alle lacche, ai legni, alle ceramiche, vi si trovano e si possono ammirare oggetti splendidi anche se, almeno per chi scrive, a prezzi inavvicinabili.
In questi giorni, in occasione della Paris Design Week 2013 e fino al 9 novembre, sono esposte opere della designer giapponese Takahashi Hiroko: rivisitazioni in chiave contemporanea del kimono, fotografie, stoffe.
Una “scusa” in più per una passeggiata sotto i platani vestiti d’autunno in boulevard Haussmann.