Calendario Hiroshige. Una veduta di Edo a settimana. Meguro Jijigachaya.

Hiroshige, La casa da tè "dei nonnetti" a Meguro (Meguro Jijigachaya), 1857.

 

Un sentiero in leggera pendenza, fra le colline, permette  di apprezzare una vista incomparabile su pinete, boschi, campi, monti e di ammirare in lontananza l’imponente presenza del Fuji, svettante sopra l’azzurro tenue del panorama. Per questo ci si fermava da queste parti a bere il tè, allo svoltare del viottolo, in una delle due chaya che davano il nome alla strada.  Di fronte ai viaggiatori, le cui figurette occupano il centro di questa deliziosa stampa autunnale di Hiroshige, si dispiegano i quadri precisi delle risaie (che un cavallo solitario condotto a mano attraversa lentamente), il verde dei boschi e delle colline che sembrano in parte nascosti da una striscia di nebbia e, più lontano, il serpeggiare azzurro del fiume Meguro.

Sulla scena aleggia un’atmosfera di riposo autunnale, all’insegna della lentezza, della pausa. Il tempo di sorseggiare un tè verde là dove un giorno si era fermato il terzo shōgun Tokugawa, Iemitsu, che durante una caccia avrebbe sostato qui e sarebbe stato servito con solerzia da una coppia di anziani il cui ricordo ha dato il nome a questi luoghi.  O forse no, forse erano due le case da tè, quella che si vede sulla destra, col tetto di paglia e il padiglione aperto nel quale si indovinano freschi tatami profumati, e quella che si intuisce a sinistra del viottolo, nascosta dietro la curva della collina, là dove un lembo di tenda sembra riparare i viaggiatori in cerca di ristoro, come ricorda un’altra leggenda. Comunque sia, dolce è la scena dominata dalla scala dei verdi (dei prati, delle colline, delle chiome dei pini) e profumato e squisito doveva essere il tè.

 

Andō Hiroshige (1797-1858), Meisho Edo hyakkei (Cento vedute di luoghi famosi di Edo, 1856-1858).