Piove nel bosco di Nara. Mi sono allontanato dal complesso di un tempio senza una meta, solo, le gocce ticchettano sul mio ombrello ed è molto piacevole. Per la prima volta da quando sono in Giappone entro in un vero bosco. Sotto gli alti cedri immobili qualche cervo si ripara dalla pioggia. A un tratto dopo una curva del sentiero compare una piccola pagoda. Il recinto è dipinto di rosso chiaro. Ci sono alcuni leoncini scolpiti, un paio di lanterne di pietra, la pioggia scorre sul tetto lievemente inclinato e gocciola con note acute in un pozzo di pietra. Nient’altro. Non ho bisogno di tirare fuori la mia guida, non ho bisogno di nulla e vado a sedermi sotto una tettoia, ascolto la pioggia e mi sento appagato.
Un signore anziano con un ombrello di plastica trasparente raggiunge la pagoda, si toglie il cappello, si inchina profondamente e poi prosegue. Mi viene in mente il mio patrigno cattolico, morto da molti anni, che si toglieva il cappello davanti a ogni chiesa, perché lì, dopo tutto abita Dio. Se è vero, penso, che gli spiriti hanno libertà di movimento, ora forse è seduto su quel tetto con un paio di spiriti giapponesi a guardarmi, incurante del fruscio e gorgoglio delle gocce di pioggia su tutti gli oggetti reali. O forse quei rumori liquidi sono echi di voci umane scomparse, chi può dirlo.
Cees Noteboom
Da Cerchi infiniti. Viaggi in Giappone, traduzione di Laura Pignatti, Iperborea, Milano, 2017.
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In giorni come questi, in cui molti sono chiusi in casa, lavorando, i più fortunati, o cercando di trascorrere al meglio le ore di ozio forzato, la lettura può davvero aiutare: a incontrare culture, a viaggiare con la fantasia, a sentirci più vicini, a stare meglio, insomma.
Pensando ad amiche e amici cari che sono lontani e non posso incontrare, scelgo qualche pagina, qualche storia, qualche frammento, come tanti piccoli inviti alla lettura. Come un pensiero d’affetto.
Da cuore a cuore.