Shichifukujin ovvero i 7 dei della fortuna
L’ultimo giorno dell’anno, dice la tradizione, una nave carica di tesori (takarabune) arriva dal mare per portare a tutti fortuna e felicità.
Sulla barca ci sono 7 dei che vengono sulla terra carichi di doni, ed è per questo che i bambini, la notte del 31 dicembre, hanno l’abitudine di mettere sotto il cuscino l’immagine degli dei o della loro barca: si assicureranno così un anno fortunato e felice.
Queste divinità provengono da tradizioni religiose differenti (dal Buddhismo, dal Taoismo, dall’Induismo) e simboleggiano ognuno una virtù diversa: la fortuna, la longevità, il candore, la popolarità, la gentilezza, la dignità, la magnanimità.
Sono:
Ebisu, il dio dei pescatori, che è rappresentato sempre con una grossa carpa rossa sotto il braccio sinistro e una lenza nella mano destra.
Daikoku, il dio della prosperità, reca sulle spalle una grossa sacca piena di riso e un martello portafortuna (uchide no kozuchi) nella mano destra.
Fukurokuju e Jurōjin (dei immortali della ricchezza e della longevità) sono all’interno dello stesso corpo, che è quello di un uomo vecchio dalla testa molto allungata. Si appoggia a una canna attorno alla quale è legato un rotolo (makimono) e tiene in una mano un ventaglio (ōgi).
Bishamonten è il dio dei guerrieri e indossa un’armatura mentre in mano tiene una piccola pagoda.
Hotei è il dio della gioia e della felicità. Porta con sé un’enorme sacca piena di tesori e un ventaglio. Si dice che sia l’unico essere umano in mezzo agli dei della fortuna.
L’ultima divinità trasportata dalla nave dei tesori è la dea Benzaiten, signora della musica, delle arti e della saggezza, che suona il biwa, una sorta di liuto.
In Giappone, decorazioni con immagini degli shichifukujin e della loro nave straordinaria sono appese ovunque a Capodanno, perché si pensa che portino fortuna.
* L’illustrazione della “nave dei tesori” è tratta da: Il Giappone a colpo d’occhio, a cura di International Internship Programs, Bologna, Kappa edizioni, 2006.