Senza troppo clamore, com’è nel nostro stile. Ma con tutta la passione, com’è nel nostro stile.
Abbiamo voluto ricordare Hiroshima e Nagasaki, il dolore, le vittime, i simboli, tutto ciò che ha significato nelle coscienze e nell’immaginario, l’impatto insomma, dei bombardamenti atomici del 6 e del 9 agosto 1945.
Lo abbiamo fatto ricordando la storia di Sadako Sasaki e delle sue oritsuru, le gru piegate secondo la tecnica tradizionale dell’origami.
Tutte le gru che i visitatori hanno piegato durante il Japan SunDays e tutte le gru che le nostre amiche e i nostri amici hanno preparato per allestire Japan SunDays saranno portate a Hiroshima il 16 novembre. Le depositeremo sui monumenti dello Heiwa kōen, il Parco della Pace.
Abbiamo ricordato Sadako e abbiamo rivolto un pensiero commosso alle vittime ascoltando la voce sublime del soprano Ayako Aikawa che ha cantato alcuni canti tradizionali dedicati a Sadako e alle gru, simboli di pace, simboli della vita che continua.
Abbiamo ricordato le vittime dei bombardamenti atomici con un omaggio di forte carica simbolica e di straordinario impatto visivo: la calligrafia del Sutra del Cuore della Perfezione della Saggezza (Prajnaparamita hrdayasutra in sanscrito, Hannya haramita shingyō in giapponese) fatta dal maestro Bruno Riva e dai calligrafi dell’Associazione shodo.it.
Il ricordo e l’omaggio sono presenti nella grande calligrafia che il maestro Bruno Riva ha eseguito da solo con il grande pennello:
Infine la nostra mostra, “Giappone Anno Zero – L’impatto della bomba atomica sull’immaginario nipponico” ha raccontato il tema declinandolo attraverso la letteratura, la poesia, le arti giapponesi del XX secolo. Perché ne resti il ricordo, perché perduri la memoria. Perché ciò che ci ha segnato così profondamente non si ripeta. Mai più.
Quello che mi è rimasto nel cavo della mano
sono ossa di uccelli, scarpe vecchie, guanti usati.
Quelle che pendono in un angolo dell’orizzonte, come code di un aquilone,
sono i nostri pensieri, stracciati, a brandelli.
Tempeste, assembramenti, giovinezza, guerre,
è tutto volato via.
Il cervello nelle nostre teste, sbattuto, spinto, ferito,
è caduto in uno stato di torpore.
In un posto lontano e senza tempo, nella periferia dell’universo,
accanto al letto di un dio,
tutto ciò che scorrendo ci è scappato dalle mani,
scintilla adesso, impastato di polvere atomica
come un arcobaleno, come un jet, come un miraggio colorato
nella trasparenza chiara dell’aria vuota.
MITSUI Futabako
(1918-1990)