Rosarno, Italia 2010
Veneti e calabresi, campani e piemontesi, sardi e friulani, pugliesi e liguri, laziali e abruzzesi, lombardi e siciliani.
Verso un’altra regione, verso un altro Paese, verso un altro continente: non esiste una famiglia italiana che non abbia avuto fra i suoi membri almeno un emigrante.
Fosse pure per pochi anni, come i miei nonni paterni (e nella Germania che si stava nazificando!), anche loro costretti a lasciare il desolato Polesine, la miseria.
Come unico ricordo una pendola a troneggiare nell’ampia cucina, metafora della precisione tedesca, chissà, persa com’è per me nell’infanzia lontana e per loro… mi domando ancora che cosa rappresentasse, quali esperienze evocava.
Non ho fatto in tempo a chiederlo.
Eppure non ci ricordiamo di quel passato, vittime della nostra smemoratezza colpevole.
Mi vergogno. Mi vergogno profondamente.
I miei nonni si sarebbero ricordati. Ne sono certa. Erano diversi, loro.
Penso che i nostri nonni anche se poveri e analfabeti ma con l’animo della gente umile e dal cuore d’oro aiuta qulunque persona di buona volontà in quei tempi di miseria in Italia.sono figlio di siciliani emigrati nel mondo e sparsi come coriandoli in America,Australia e persi affetti familiari.Come siciliano e italiano ho provato vergogna di Rosarno e di atti intolleranti di razzismo che non è nel nostro dn italico.Ma voglio essere ottimista e mi auguro passata la crisi,spazzato via il razzismo.