清水へ祇園をよぎる桜月夜こよい逢ふ人みなうつくしき。
Kiyomizu e
Gion wo yogiru
sakurazukiyo
koyoi au hito
mina utsukushiki.
Da Kiyomizu
verso Gion, ciliegi
illuminati dalla luna.
È bello ogni volto
che incontro questa notte.
Yosano Akiko
(1878-1942)
“Una sera, mente camminavo per una via presso il tempio di Gion, in direzione del tempio Kyomizu, la luna brillava dietro ai rami dei ciliegi come dietro a una cortina di bruma e tutti i passanti, uomini e donne, mi sembravano belli…” scrive Akiko in Uta no tsukuriyō (Comporre poesie, 1915), a proposito di uno dei suoi tanka più conosciuti e amati. Questi versi sono stati pubblicati per la prima volta sulla rivista Myōjō (Stella del mattino, pubblicata fra il 1900 e il 1908) nel maggio del 1901 e inseriti nella celeberrima raccolta Midaregami (Capelli scompigliati, agosto 1901), come tanka n° 18.
L’espressione sakurazukiyo 桜月夜 (ciliegi illuminati dalla luna), composta dai kanji di ciliegio-luna-notte è stata coniata dalla stessa poetessa che l’ha derivata da hoshizukiyo 星月夜 o “notte illuminata di stelle”.
Ai miei allievi. Ai miei amici.