Poesie d’agosto, poesie d’estate. Oggi: dal Man’yōshū.

Verso il Ginkakuji. Higashiyama, Kyōto, agosto 2013.

 

L’acqua sorgiva del monte Asaka

è tanto pura che vi si riflettono perfino le ombre,

ma non è profonda:

profondi sono invece

i miei sentimenti per voi.

 

Si racconta che quando il principe Kazuraki si recò in missione nella provincia di Michinoku i funzionari locali lo accolsero con estrema negligenza. Il principe non ne fu per niente soddisfatto, e il suo volto palesava bene l’ira che provava. Non si godeva nemmeno il ricevimento organizzato in suo onore. Allora, una dama che era stata al servizio del sovrano e che era dotata di grande raffinatezza, sollevò nella mano sinistra una coppa, vi versò dell’acqua con la mano destra, diede un colpetto al ginocchio del principe e recitò questa poesia. Il malumore del pricipe si dissipò subito e si trascorse la giornata a bere in allegria.

(Anonimo, composta prima del 736 d.C.)

 

Traduzione di Maria Chiara Migliore.

 

Fonte per la traduzione:  Man’yōshū (Raccolta delle diecimila foglie), Libro XVI: Poesie che hanno una storia e poesie varie, a cura di Maria Chiara Migliore, Roma, Carocci, 2019, p. 55.

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