Storia
di un paio di lenzuola
appena cambiate
e subito imbrattate
da un corpo cosparso di cacao.
Storia
della persona
che stringo tra le braccia
e il cui contorno svanisce
nel momento stesso in cui la guardo.
Storia
che alcuni bambini
con i capelli a spazzola
ascoltano a bocca aperta
in una notte d’inverno.
Storia
di un uomo che riesce
a superare l’inverno
tagliandosi i baffi
e il pizzetto.
Storia
di una vecchietta
che grida spaventata
“È velenoso! È velenoso!”
la prima volta che vede il caffè.
Storia
triste di un uomo
che ascolta i racconti del proprio paese
dalle castagne
mescolate al riso della propria ciotola.
Storia
dei dieci piccoli
di un cinghiale
bolliti e mangiato
in un villaggio senza favole.
Storia
dello scroscio rinfrescante
che attraversa le mie orecchie
di una cascata lontana
di cui non ricordo più il nome.
Hōichi,
io di certo
avrei scritto
una storia adatta
alle tue orecchie.
Storia
dei biscotti secchi
sottratti in una notte buia
dall’ufficiale
che non voleva condividerli.
Storia
di un oni rosso
che ritrovò il buonumore
mangiando
otto manjū a forma di pesca.
Storia
delle ali che avvolgono il mondo
attraversando i sogni beati
di un cane
addormentato.
Storia
della soda
che scorre giù nello stomaco
nel corso di un banchetto
più incline all’odio che all’amore.
Storia
del disappunto provato
comprando caramelle al gusto di tormenta
pensando che fossero
al gusto di nevischio.
Storia
di una persona
che osserva dalla finestra
la persona amata
che finge di vendere mele.
Storia
di un uomo in viaggio
che attraverso i raggi della luna
lesse la parola
“Londra”!
Storia
divenuta illeggibile da quando,
dopo essere stata abbandonata,
i caratteri
hanno cominciato a sbiadirsi.
Storia
del convoglio ferroviario
che procedeva verso ovest
sempre più verso ovest
pieno di merci che stavano marcendo.
Storia
di una mela nera
che nessun conosce
che davvero
nessuno conosce.
Storia
di una minuziosa indagine
in seguito alla quale
si è scoperto che a un criminale
piacevano le coppe di gelato.
Storia
della vecchia
che nell’ultima sera di vita
dei primati
scruta il cielo in ebollizione.
Storia
di tutti i libri
a cui in un batter d’occhio
crescono gli arti
e fuggono dalla Terra.
Storia
di chi non può tornare al proprio paese
a causa dei disegni mimetici
che aderiscono perfettamente
al proprio petto.
Storia
dei biscotti preziosi
ammollati e diventati cattivi
per essere entrati in uno stagno
fino alla vita.
Storia
di un uomo caduto
in fondo a una valle
gridando
“non avevo intenzione di imbrogliarti!”.
Storia
della piccola chiave
da me tenuta al caldo nel mio cappotto
che consegno
il giorno in cui mi metto in viaggio.
Storia
di due continenti
che dopo essersi distanziati in silenzio
non condividono più
la stessa civiltà.
Storia
di una bella scena
da me letta e riletta
di un paio di guanti
riposti in un cassetto.
Storia
di un ragazzo che fugge
da una yamanba
e perde una gamba
per una mina.
Storia,
forse vera o forse falsa,
tracciata
in cielo
da una nuvola.
Ishikawa Mina
(n. 1980)
Traduzione di Andrea Maurizi.
Da: Monogatarishū (Raccolta di storie, 2006),
in: Internazionale. Storie, n. 1134, anno 23 (2016), pp. 42-43.
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Le Monogatarishū di Ishikawa Mina, una delle poetesse più interessanti del tanka contemporaneo, sono state tradotte in inglese con il titolo di Tales in tanka, ed in effetti questi racconti in sole 31 sillabe, che qui trovate nell’efficace traduzione di Andrea Maurizi, costituiscono un nuovo, intrigante sottogenere poetico, di godibilissima lettura.