Non devi credere che questo mondo esista per te. Il mondo non è un recipiente per contenerti.
Tu e il mondo siete come due alberi che si ergono fianco a fianco, distaccati ed eretti, senza mai inclinarsi l’uno verso l’altro.
Da parte tua, sai che vicino a te c’è l’albero splendido del mondo, e ne sei felice. Quanto al mondo, è possibile che non si ricordi nemmeno della tua esistenza.
Eppure, oltre a quello che si erge all’esterno, c’è un mondo anche dentro di te. Puoi provare a immaginarlo, è un immenso crepuscolo interiore. Al confine tra queste due dimensioni sta la tua coscienza.
Ciò che importa è creare un contatto tra il vasto mondo dentro di te e quello esterno, le montagne, la gente, i colorifici tessili,* il ronzio assordante delle cicale; sentire una risonanza e un’armonia tra questi due mondi che si tengono a distanza di un passo.
Guardando le stelle, per esempio.
Quando tra i due mondi c’è veramente risonanza e armonia, le giornate scorrono più facilmente. Non è più necessario sprecare le tue energie spirituali in mille sciocchezze.
Assapori il gusto dell’acqua, eviti di provare la collera altrui.
È difficile guardare le stelle nel modo giusto, ma acquisendo una certa abilità dovresti ottenere almeno questi risultati.
E se non sono proprio le stelle fa lo stesso, va bene anche il mormorio dell’acqua, o il ronzio assordante delle cicale.
Ikezawa Natsuki
(n. 1945)
Traduzione di Antonietta Pastore.
Da: “Still Life” ( Sutīru Raifu, 1988), in L’uomo che fece ritorno, Torino, Einaudi, 2003, pp. 3-4.
*Il protagonista del racconto lavora in un colorificio tessile.
✨⭐️✨
Le parole con cui inizia il bel racconto Still Life di Ikezawa mi sembrano quanto mai adatte a questi nostri tempi, a questi giorni in cui dovremmo ripensare al nostro rapporto con il pianeta, con la natura e, permettetemi, anche con i nostri simili. Parole per noi.