Livres de chevet. Letture sul mio comodino. Soseki, Kleist, Pratchett, e gli altri.

 

 

   Tempo liberato, tempo moltiplicato per la lettura, tempo per scegliere, tempo per nuovi autori o vecchi amori: inutile nasconderlo, il disordine delle mie letture è solo pari alla mia curiosità, alle porte che si socchiudono, o si spalancano addirittura, quando un’amica o un amico ti regalano un libro e ti rivelano un autore, sfidando la tua capacità di lasciarti sorprendere.

Per me il tempo della lettura è sempre e ovunque. Non ci sono scuse:  se vuoi leggere il tempo si ritaglia da sé, e ti ripaga. Ma comunque sia, confesso che per me il momento prediletto  è quello della lettura a tarda notte, alla luce della lampada sul comodino, nel silenzio interrotto dalle rare automobili, da uno scricchiolio, da raffiche di vento o scrosci di pioggia.

Anche se quando leggo dimentico il mondo attorno a me e non sento distrazioni di sorta, la notte e la lettura sono collegate per me sin dall’infanzia. Poi, adolescente, guardavo le ombre allargarsi sulla parete dei libri, nella cameretta che dividevo con mia sorella, rituffandomi subito dopo nella pagina che avevo davanti.

Così il mio comodino non è mai vuoto, ma vi si ammonticchiano i libri che sto leggendo e quelli che restano come feticci, numi tutelari a cui ricorrere, da rileggere o semplicemente da ricordare.                  

Cosa c’è in questo momento sul comodino?

Vediamo…

Appena terminati:

Il colore della magia di Terry Pratchett

L’art de la semplicité di Dominique Loreau

due autori diversissimi fra loro e che ho imparato ad apprezzare attraverso il regalo di due amici, diversissimi fra loro.

In lettura:

E poi di Natsume Sōseki,

Night Watch di Terry Pratchett,

Japanese Lessons, un libro vecchissimo per riprendere confidenza con il giapponese

Angeli custodi, ognuno per ragioni diverse:

Michael Kohlhaas di Heinrich von Kleist

Abissi d’acciaio di Asimov, perché sì

La caduta di Albert Camus

Quest’ultimo libro perché mi ha insegnato – tanto, tantissimo tempo fa – che occorre sempre assumersi la responsabilità delle proprie azioni.

 

Nella stanza giapponese.

                                                                                                                                                                                          

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *