Haru nikki. Note di primavera. 1.

Parco di Ueno, Tōkyō, 12 aprile 2017.

Ogni volta ci sorprendono, i ciliegi.

Tōkyō la ritroviamo così, sotto una fioritura lussureggiante, di petali e di turisti. Così, a Ueno.

Ma è la nostra Tōkyō, sono le nostre strade, quelle che ritroviamo, ed è facile, allora, per noi, che non abbiamo tabelle di marcia da rispettare, che non abbiamo “must see” da non mancare o intrepidi compagni di viaggio da accompagnare, sfuggire agli itinerari tracciati, ai sentieri battuti dalle folle di turisti onnivori e incantati che si riversano nei viali del parco.

No, non tutti i ciliegi sono a Ueno.

Basta allora scendere a un’altra fermata della Yamanote e incamminarsi. Saremo a Shinagawa, stamane, dopo aver smaltito il fuso ieri passeggiando – e sbandando un poco – per le stradine di Yanaka. Shinagawa quartiere di uffici, di palazzi residenziali di lusso e di prestigiose sedi dei colossi dell’economia giapponese ha i suoi ciliegi, i suoi insospettabili angoli di passato, le sue quiete, appartate bellezze. E nessun turista.

Mattinata a Shinagawa, 13 aprile 2017.

Si gode in tutta libertà la pace di un piccolo altare shintō dedicato a Inari, di un tempio antico su un canale, di un porticciolo turistico addormentato e di stradine di piccoli commerci che ricordano la Shinagawa che fu. Certo non è più il tempo, questo, delle case da tè che attiravano i viaggiatori all’inizio del loro viaggio sulla Tōkaidō (Shinagawa era la prima stazione di posta che si incontrava sul cammino), non è più quel paesaggio di casette affastellate l’una accanto all’altra lungo la riva del mare disegnato con arguzia da Hiroshige, e non vi sono più le cameriere che afferrano viaggiatori e pellegrini per la maniche per sottrarsi a vicenda magri guadagni.

Ma tutto ci ricorda che anche qui Tōkyō ha raccontato le sue storie, Edo ha lasciato le sue tracce, e basta alzare gli occhi al cielo, verso i rami protesi dei ciliegi, per ritrovare il ricordo di donne e uomini che percorsero queste strade. Per scorgerne le tracce e, in quelle tracce, il sogno.

Ciliegi a Shinagawa. 13 aprile 2017.

3 commenti

  1. Gentilissima Barbara, buon viaggio anche a lei! Sono certa che stiamo vivendo le stesse, intense, emozioni. Con questa fioritura! Siamo fortunate quest’anno. Anch’io non ci speravo e, del resto, a causa di impegni di lavoro non sarei comunque riuscita a partire prima. Mi ero rassegnata. Ed invece…
    Sì, penso che tornerò sulle tracce di Edo al nostro rientro a Tokyo, a fine aprile. Domenica partiamo per il Fujisan e poi tutta una serie di tappe. Buon viaggio, Barbara san! E felici scoperte!

  2. …in verità il mio sogno sarebbe ritrovare le tracce del quartiere di Honjo. Sa, ultimamente ho scoperto il Detective Hanshichi ed anche il personaggio di Onihei Hankacho…sarò banale, ma mi divertono e stuzzicano quelle ambientazioni jidaijeki.
    Ci parlerà ancora della vecchia Edo, nei suoi post?
    Ancora buon viaggio,

    Barbara

  3. Gentile Rossella, che felice coincidenza!!
    In questi giorni sono in Giappone anche io (ed anche io non per la prima volta, anche se i miei saranno purtroppo sempre gli occhi di una turista e non quelli di una studiosa, come Lei). Che sorpresa trovare i ciliegi in fiore, mi avevano detto che il loro culmine sarebbe stato tra la fine di marzo e i primi di aprile, invece poi il freddo ha preservato la fioritura proprio per farla coincidere con il nostro arrivo! よかった, ね?
    Le auguro un buon viaggio.
    Seguirò le sue orme e mi lascerò ispirare – come sempre – dai suoi post per i miei vagabondaggi solitari.

    Barbara

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