E’ Natale. Voglio donarvi…

 

Davanti al padiglione del tè. Pietre e null'altro.

… un tramonto improvviso dietro a montagne antiche, lo sciabordio lento e costante di barche dai mille colori in un porticciolo, il paesaggio della pianura sotto la neve dal finestrino di un treno, il rumore secco e inconfondibile dei fusti alti del bambù al passaggio del vento, la gobba perfetta di un ponte giapponese, il tintinnio di una campanella di vetro, una passeggiata serale fra i grattacieli di una città, pietre scabre sotto a una veranda, il profumo di erba e il verde acceso della polvere del té, il galoppo di un cavallo in un prateria, i voli delle rondini nella sera, il candore dei rami ghiacciati, il silenzio del bosco di criptomerie interrotto dal canto delle cicale, un mare punteggiato di isole boscose, il profumo di legno che emana dalle colonne di un tempio antico. Voglio regalare viottoli di campagna e coccinelle su una siepe, rose gialle e ciuffi di agrifoglio, rami di pino e bacche rosse. 

Niente che si possa comprare e tutto di inestimabile valore. 

Voglio fare e ricevere doni così. Null’altro. 

Questo mi basta e sono ricca.

 

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