Dove e quando: una mostra di Tetsuro Shimizu e una (mia) conferenza su arte e mujō a Villa Lagarina.

Tetsuro Shimizu, Osmosi T-11, 2012, olio su tela sagomata, 80x120 cm.

 

Con il Patrocinio di
Consolato Generale del Giappone a Milano
Regione Trentino Alto Adige
Provincia Autonoma di Trento
Comune di Villa Lagarina (TN)

 
Tetsuro Shimizu 

IM-PERMANENZA 

MUJŌ

無常

A cura di Matteo Galbiati 

Fino al 14 Luglio 2013

PALAZZO LIBERA
VILLA LAGARINA (TN)

 

“Ogni cosa esistente è impermanente”
“Qualsiasi cosa è, sarà, era”

 

Queste asserzioni esprimono in maniera incontrovertibile lo spirito di Mujō ovvero dell’Impermanenza. Troviamo traccia della dottrina dell’Impermanenza nello Shōbōgenzō e in altri testi del XIII secolo ascrivibili al monaco giapponese Dōgen Kigen (1200-1253); lo Zen deriva dalla tradizione Chan cinese che a sua volta si rifà alla consuetudine indiana e si sviluppa in Giappone intorno al IX secolo sebbene il Buddhismo avesse già raggiunto l’arcipelago in epoca precedente.
Nella dottrina canonica Buddhista l’esistenza dell’uomo si dipana intorno a tre aspetti fondamentali:
l’impermanenza o continuo divenire, la sofferenza o insoddisfacibilità delle cose legate al mondo, il non sé o insostanzialità della personalità.
La mostra, che dal 16 Giugno 2013 si terrà negli spazi di PALAZZO LIBERA a VILLA LAGARINA (TN), è una riflessione puntuale su questo aspetto fondante del Buddhismo. La consapevolezza di Mujō anima i lavori di Tetsuro Shimizu: il nucleo di opere presentate è stato studiato appositamente per l’occasione di questa mostra e concepito tenendo conto degli spazi in maniera specifica, ma non vincolante. Il rapporto tra l’opera e lo spazio circostante, sia esso la parete che la accoglie o il vuoto che la circonda, risponde a delle attitudini squisitamente orientali: lo spettatore si sente compreso in quel che i giapponesi chiamano Ma. Come ricorda Giancarlo Calza il  Ma è un periodo, un intervallo di spazio e di tempo; una posizione, una distanza, un vuoto. Esiste un Ma della vita quotidiana, dello sport e dell’arte. Il Ma artistico dipende strettamente dal Mareligioso; esso irrompe nella quotidianità e nel senso comune stravolgendo ciò a cui siamo usi: la simmetria e la perfezione. Nelle tele di Shimizu, attraverso il contrasto tra la sagomatura, i tagli, le interruzioni e l’evidente tensione pittorica che si svolge nervosa sulla trama, si esprime il flusso, il divenire stesso; esso non si conclude sulla tela ma si espande al di fuori di essa modificando la circostanza di partenza. In questo senso si può dire che le opere proposte da Shimizu non siano state pensate con un intento site-specific: esse sono in grado di far scaturire l’interruzione dello spazio – tempo laddove vengano ubicate, sposando la prevista itineranza in tappe della mostra in contesti totalmente differenti tra loro. L’osservazione attraverso il Ma si fa esperienza per lo spettatore, l’interruzione del tempo quotidiano che ne deriva permette il riconoscimento e l’adesione da parte di chi guarda al flusso evolvente di Mujō. Il procedimento pittorico di Shimizu si è orientato su un intervento simultaneo che coinvolgesse tutti i pezzi in modo che anche una sola pennellata determinasse riflessi sensibili su tutte le tele coinvolte, registrando la comunione dell’atto creativo col concetto stesso di Impermanenza e, contemporaneamente creando un’apparente contraddizione nella creazione di oggetti che permangono fisicamente come opere ubicate nello spazio. Non c’è da parte dell’artista, come si può intuire, la ricerca di una certa piacevolezza estetica facilitata dal ricorso a colori accesi ma al contrario l’inasprirsi talvolta violento della tavolozza negli esempi dei giallo-verdi acidi o dei viola-blu lividi, rimanda di continuo alle dottrine dell’incompletezza, dell’imperfezione e dell’asimmetria e più in particolare a Yojō, il sovrappiù del sentimento. Esso è perpetrato attraverso la presenza di vuoti palpabili lasciati volutamente insoluti da Shimizu. L’incompletezza genera quindi dinamismo attraverso rapporti evocativi.

A inizio estate i prestigiosi spazi di VILLA LAGARINA ospiteranno la terza tappa di un percorso espositivo precedentemente snodatosi tra Milano e Sesto San Giovanni.
Questo progetto di respiro internazionale, si colloca nel pluriennale piano ARTElibera – Palazzo Libera per l’Arte Contemporanea, voluto dal Comune di Villa Lagarina (TN), in collaborazione con PROMART e la Galleria Paraventi Giapponesi – Galleria Nobili.

 

 

Sabato 29 Giugno  ore 18.30

Conferenza sul tema Mujō di Rossella Marangoni

e Presentazione del catalogo

 

Testo critico di Matteo Galbiati e un intervento di  Federica Giobbe
Catalogo a cura di Paraventi Giapponesi- Galleria Nobili edito da PUBLISTAMPA 
Foto di Paolo Vandrasch e Federico Nardelli

Entrata libera
Lunedì e Martedì chiuso
Mercoledì- Giovedì- Venerdì 14.00/18.00
Sabato- Domenico 10.00/12.30 – 14.00/18.00

Piano Nobile, PALAZZO LIBERA, 
VILLA LAGARINA (TN) 

A sostegno dell’iniziativa si rigraziano: TARGET SAS, PROGEST- Cantiere di Villa Lagarina, San Paolo Invest nella figura di Michele Perego

BIOGRAFIA
Tetsuro Shimizu è nato a Tokyo nel 1958. Nel 1987 si trasferisce in Italia, a Milano, dove si diploma in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti di Brera. Dal 1985 espone le sue opere in gallerie private, spazi pubblici in Italia e all’estero. Vive e lavora a Milano.

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