千早ぶる
神代もきかず
龍田川
からくれないに
水くくるとは
Chihayaburu
Kamiyo mo kikazu
Tatsuta-gawa
Kara kurenai ni
Mizu kukuru to wa
Ariwara no Narihira
(825-880)
Inaudito anche al tempo | Non si è mai visto | Neppure nell’era delle auguste divinità |
di possenti divinità! | neanche al tempo degli dèi | mai si era udito |
Il fiume Tatsuta | l’acqua riflessa | che le acque del fiume Tatsuta |
tinge l’acqua | rosso di Cina tinta | di un vermiglio così intenso |
di vermiglio screziato. | dal fiume come foglia. | si tingessero. |
Trad. di Sagiyama Ikuko. | Trad. di Nicoletta Spadavecchia. | Trad. di Andrea Maurizi. |
Si confronti la traduzione di Marcello Muccioli: Neppure all’epoca degli dèi/possenti e rapidi si sapeva/che il fiume Tatsuta/ passasse con le sue acque/ di un [così bel] color porpora.
E la traduzione di Michele Marra: Neppure al tempo/degli dèi possenti/s’era udita una tale meraviglia:/di un colore scarlatto è tinta/l’acqua del fiume Tatsuta.
Fonte per il testo giapponese:
Japanese Text Initiative della University of Virginia Library.
Le traduzioni sono tratte da:
Sagiyama Ikuko (a cura di), Kokin Waka shū. Raccolta di poesie giapponesi antiche e moderne, Milano, Ariele, 2000.
Nicoletta Spadavecchia, Michelangelo Coviello (a cura di), Fujiwara Teika. Tanka. Antologia della poesia classica giapponese, Milano, Corpo 10, 1990.
Andrea Maurizi, Poesie di cento poeti in Virginia Sica, Francesca Tabarelli de Fatis (a cura di), Lo spirito giovane della calligrafia classica. Personale di Kataoka Shikō, Trento, Go Book, 2006.
☛ Ho scelto queste traduzioni e non altre, che pure esistono, perché già nella mia disponibilità.
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L’immagine che ho scelto per illustrare il waka n°17 è di Utagawa Kuniyoshi (1797-1861), artista del tardo periodo Edo la cui sensibilità è, inevitabilmente, molto diversa da quella che ha dato origine al componimento poetico del poeta Ariwara no Narihira.
E in questa immagine, ecco cosa vedo.
Al centro della stampa di Kuniyoshi è il corso vorticoso del fiume Tatsuta, la cui presenza è ricorrente nella poesia classica come luogo celebre per la bellezza del suo corso in autunno, quando le foglie rosseggianti degli aceri circostanti ne ricoprono le acque che si trasformano in una sorta di broccato. Tutto attorno, lungo il fiume che si snoda in una curva nella parte superiore della stampa, le chiome degli alberi punteggiano di color rosso la scena, confondendosi ai nostri occhi con le acque colorate. Le acque stesse sono un contrappunto di blu pallido e rosso e in questo gioco di contrasti è presente il riferimento alle condizioni in cui pare sia stato composto il waka, secondo quanto scrive Mostow*: comparare le acque del fiume Tatsuta in autunno, in cui fluttuano le foglie d’acero, a una pezza di stoffa tinta di blu e punteggiata di rosso. E, anche, come recita il kotobagaki (breve introduzione di qualche riga su soggetto e circostanza della composizione premesso al waka) nel Kokinwakashū: “Composto sul soggetto: le foglie autunnali galleggianti sul fiume Tatsuta, dipinte su un paravento dell’imperatrice del Secondo Rione quando era conosciuta come consorte imperiale, madre del Principe ereditario.”
Posti in diagonale in primo piano, su un terreno tappezzato anch’esso di foglie, sono tre personaggi. In piedi, il poeta, nelle vesti cerimoniali di corte i cui colori, grigio per la casacca noshi e azzurro per i pantaloni sashinuki, sembrano fondersi con il corso del fiume, pare assorto nei suoi pensieri mentre guarda le acque scorrere in tante onde parallele, sinuose ed eleganti. Accanto a lui due figure accosciate. Il giovane attendente, dalla capigliatura ancora secondo la foggia dei ragazzi, spicca nella veste di acceso arancione e sembra guardare di sottecchi il poeta. L’altro personaggio, il cui copricapo heiraieboshi e la cui casacca (suikan) sembrano connotarlo come guardia, è invece tutto rivolto verso il fiume e si porta la mano sinistra alla fronte, come per proteggersi dal baluginio dei raggi del sole sulle acque, un effetto reso da Kuniyoshi attraverso una schiaritura del colore al centro del corso del Tatsuta, il fiume “dal colore scarlatto”.
* Si veda Joshua S. Mostow, Pictures of the Heart, University of Hawai’i Press, Honolulu, 1996, p. 192.