田子の浦に
打ち出でてみれば
白妙の
富士の高嶺に
雪はふりつつ
Tago no ura ni
Uchi idete mireba
Shirotae no
Fuji no takane ni
Yuki wa furi tsutsu
Yamabe no Akahito
(inizi VIII sec.)
Dal Man’yōshū.
Sulla baia di Tago | Esco e guardo | Procedendo |
quando esco e guardo, | dalla baia di Tago | lungo la baia di Tago |
sull’alta vetta del Fuji, | l’attimo bianco | osservo la neve cadere |
ammantato di bianco, | sulla vetta del Fuji | sulla candida vetta |
la neve cade, cade, cade. | è la neve, la neve. | del monte Fuji. |
Trad. di Marcello Muccioli. | Trad. di Nicoletta Spadavecchia |
Trad. di Andrea Maurizi. |
Fonte per il testo giapponese:
Japanese Text Initiative della University of Virginia Library.
Le traduzioni sono tratte da:
Marcello Muccioli (a cura di), La centuria poetica, Milano, SE, 2010 (prima edizione: Firenze, Sansoni, 1950).
Nicoletta Spadavecchia, Michelangelo Coviello (a cura di), Fujiwara Teika. Tanka. Antologia della poesia classica giapponese, Milano, Corpo 10, 1990.
Andrea Maurizi, Poesie di cento poeti in Virginia Sica, Francesca Tabarelli de Fatis (a cura di), Lo spirito giovane della calligrafia classica. Personale di Kataoka Shikō, Trento, Go Book, 2006.
☛ Ho scelto queste traduzioni e non altre, che pure esistono, perché già nella mia disponibilità.
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L’immagine che ho scelto per illustrare il waka n°4 è di Utagawa Kuniyoshi, artista del tardo periodo Edo la cui sensibilità è, inevitabilmente, molto diversa da quella che ha dato origine al componimento che commenta.
E in questa immagine, ecco cosa vedo.
La scena è dominata a livello compositivo da due figure piramidali: in primo piano, quella del poeta, splendidamente abbigliata secondo il costume di corte e, alle sue spalle, la mole possente e maestosa del Fujisan. Accompagnato da un giovanissimo attendente che regge la spada, a piedi scalzi ma abbigliato di un elegante hitatare in una fantasia sui toni del rosso, il poeta sembra sostare sotto un elegante pino il cui tronco delimita il lato destro della scena. Figure minuscole sulla spiaggia si muovono avanti e indietro mentre vele ancora più lontane solcano le onde che si frangono sulla spiaggia, delineando il movimento della risacca. L’orizzonte è come immerso nella nebbia, una nebbia perforata dal cono perfetto del Fuji. Bianco e lontano. Sarà davvero la neve a imbiancarlo? Non vi è traccia di neve né sulla spiaggia, né sui rami del pino che si protendono verso l’acqua. I fiocchi non sono visibili. Forse appartengono solo allo sguardo del poeta.