L’Inno alla Gioia, canto di fine anno prediletto in Giappone.

 

“Per i Giapponesi, ascoltare la Nona di Beethoven alla fine dell’anno è un’esperienza semi-religiosa. Le persone sentono di non aver chiuso spiritualmente l’anno sinché non l’ascoltano”, dichiarava Naoyuki Miura, direttore artistico della casa di produzione Music from Japan al New York Times nel 1990. Ancor oggi è così, e in Giappone, forse quest’anno più che mai, tornano a moltiplicarsi le esecuzioni della Nona Sinfonia in occasione delle feste di fine anno, come una sorta di straordinario balsamo per l’anima.

Questo attaccamento del tutto particolare al capolavoro di Beethoven è forse poco conosciuto al di fuori del Giappone, ma è incredibilmente sentito da migliaia di persone che affollano i concerti nelle sale, nei teatri, nei centri culturali e che, in una sorta di rito catartico, intonano nel quarto movimento i versi dell’Ode alla Gioia di Schiller, rigorosamente in tedesco, unendo le proprie voci dalla platea a quelle dei cori lirici o di amatori che si esibiscono sul palcoscenico. Un Inno alla gioia che spazza le vicissitudini e i tormenti dell’anno che sta per finire e che esprime la speranza che tutti nutriamo verso il nuovo anno.

L’origine di questa abitudine è controversa, ma le pubblicazioni ufficiali culturali del Governo giapponese la fanno risalire all’ultimo scorcio della Guerra del Pacifico, quando i giovani studenti che erano costretti a lasciare le università di musica e i conservatori per arruolarsi, organizzavano feste d’addio per i compagni nei quali intonavano l’Inno alla Gioia. Alla fine del conflitto, i reduci che si ritrovavano cantavano di nuovo l’ode per ricordare i commilitoni caduti ed è così, forse, che questo rito laico è nato. Come una speranza nata dal dolore. Un canto a cui tutti noi possiamo unirci, noi tutti che abbiamo bisogno di sperare.

Sarebbe bello ascoltare in queste ore, in questi giorni, la Nona Sinfonia e sentirci tutti spiritualmente uniti agli amici che sono lontani, in Giappone o altrove. Per il tempo della musica e per l’anno che verrà.

Manoscritto autografo di Beethoven. Ammirato, con emozione, nell'estate 2011.

O Freunde, nicht diese Töne!                   O amici, non questi suoni!

Sondern laßt uns angenehmere                ma intoniamone altri

anstimmen und freudenvollere.                 più piacevoli, e più gioiosi.

Freude! Freude!                                        Gioia! Gioia!

Freude, schöner Götterfunken                  Gioia, bella scintilla divina,

Tochter aus Elysium,                                 figlia di Elisio,

Wir betreten feuertrunken,                        noi entriamo ebbri e frementi,

Himmlische, dein Heiligtum!                      celeste, nel tuo tempio.

Deine Zauber binden wieder                    Il tuo fascino riunisce

Was die Mode streng geteilt,                    ciò che la moda separò

Alle Menschen werden Brüder,                 ogni uomo s’affratella

Wo dein sanfter Flügel weilt.                     dove la tua ala soave freme.

Wem der große Wurf gelungen,                L’uomo a cui la sorte benevola,

Eines Freundes Freund zu sein;                concesse il dono di un amico,

Wer ein holdes Weib errungen,                 chi ha ottenuto una donna leggiadra,

Mische seinen Jubel ein!                           unisca il suo giubilo al nostro!

Ja, wer auch nur eine Seele                      Sì, – chi anche una sola anima

Sein nennt auf dem Erdenrund!                possa dir sua nel mondo!

Und wer’s nie gekonnt, der stehle            Chi invece non c’è riuscito,

Weinend sich aus diesem Bund!              lasci piangente e furtivo questa compagnia!

Freude trinken alle Wesen                       Gioia bevono tutti i viventi

An den Brüsten der Natur;                        dai seni della natura;

Alle Guten, alle Bösen                              vanno i buoni e i malvagi

 Folgen ihrer Rosenspur.                           sul sentiero suo di rose!

 Küsse gab sie uns und Reben,               Baci ci ha dato e uva, un amico,

Einen Freund, geprüft im Tod;                 provato fino alla morte!

Wollust ward dem Wurm gegeben,         La voluttà fu concessa al verme,

Und der Cherub steht vor Gott.               e il cherubino sta davanti a Dio!

Froh, wie seine Sonnen fliegen               Lieti, come i suoi astri volano

Durch des Himmels prächt’gen Plan,      attraverso la volta splendida del cielo,

Laufet, Brüder, eure Bahn,                      percorrete, fratelli, la vostra strada,

Freudig, wie ein Held zum Siegen.          gioiosi, come un eroe verso la vittoria.

Seid umschlungen, Millionen!                  Abbracciatevi, moltitudini!

Diesen Kuß der ganzen Welt!                 Questo bacio vada al mondo intero!

Brüder, über’m Sternenzelt                     Fratelli, sopra il cielo stellato

Muß ein lieber Vater wohnen.                 deve abitare un padre affettuoso.

Ihr stürzt nieder, Millionen?                     Vi inginocchiate, moltitudini?

Ahnest du den Schöpfer, Welt?              Intuisci il tuo creatore, mondo?

Such’ ihn über’m Sternenzelt!                 Cercalo sopra il cielo stellato!

Über Sternen muß er wohnen.                Sopra le stelle deve abitare!

 

Il testo dell’Ode alla Gioia di Friedrich Schiller con le modifiche apportate da Beethoven.

In preghiera a Kiyomizu dera, nel nostro primo viaggio in Giappone. 1998.