A luglio, in Giappone, i festeggiamenti di Tanabata riempiono un po’ ovunque le strade: rami di bambù carichi di decorazioni compaiono fuori dalle vetrine, davanti alle stazioni, agli angoli delle vie, le gallerie commerciali sono pavesate di festoni di carte colorate sotto i quali è piacevole passeggiare in compagnia, scoprendo a ogni passo nuovi disegni, nuove fantasie. Ognuno scrive su foglietti o calligrafa su tanzaku un pensiero, dei versi, un’idea e poil i appende ai rami, sperando che il proprio sogno si avveri.
Perché è in questa notte, quella del 7 luglio, che è permesso alle stelle innamorate Vega e Altair (ossia, secondo la leggenda antica che ha dato origine a questo matsuri e che ho raccontato altrove,* il Mandriano e la Tessitrice) di incontrarsi sul ponte del cielo. Durante tutto l’anno sono separate dal fiume della Via Lattea ma in questa unica notte possono coronare il loro sogno d’amore. E se il loro sogno si realizza, forse anche i nostri sogni si possono avverare.
Basta un piccolo ramo di bambù da appendere a una finestra, da sistemare in un angolo del giardino, e i nostri foglietti prenderanno vita mossi dalla brezza estiva. Basta poco per festeggiare Tanabata. Una tradizione poetica che viene ripresa sempre più spesso anche in Italia, in occasione dei festival giapponesi di inizio estate.
Ma ovunque sia, niente potrà eguagliare le volte di Sendai, il cielo di Sendai, quella passeggiata notturna con lo sguardo puntato verso l’altro, scostando con le mani i festoni colorati che ci venivano incontro, sorridendo a chi ci urtava e a chi urtavamo, perennemente distratti da una colorata bellezza. Nell’umida e calda notte estiva la festa ci aveva inghiottiti, come in un abbraccio.
* https://www.rossellamarangoni.it/mukashi-mukashi-tanabata.html