Hiroshige. Una veduta di Edo a settimana. La foresta di Azuma.

Hiroshige, Azuma no mori (La foresta di Azuma), 1857.

 

Soffusa dalla luce del tramonto, questa scena primaverile è caratterizzata da una scansione successiva di linee interrotte e da macchie di colore che queste linee spezzate evidenziano. In primo piano è l’azzurra diagonale del canale su cui scivolano tranquille due barche. Subito dietro, il verde intenso della sponda e, immediatamente dopo, lo zigzag giallo della strada che conduce al santuario shintō di Azuma.  La striscia colorata è percorsa dalle macchie rosa delle chiome fiorite dei ciliegi mentre sullo sfondo, a sinistra, chiome verdi di antichi alberi (fra cui un celebre albero di canfora collegato alla leggenda dell’amore fra il principe Yamato Takeru e la principessa Ototachibana) si ergono oltre il ponte, come a proteggere l’ingresso dell’area sacra. 

 

Il cielo, già rosseggiante nel tramonto di primavera, è percorso da uno stormo di uccelli che si allontana, perdendosi verso l’orizzonte.

 

Andō Hiroshige (1797-1858), Meisho Edo hyakkei (Cento vedute di luoghi famosi di Edo, 1856-1858).