Calendario Hiroshige. Una veduta di Edo a settimana. Tsuki no misaki.

 

Andō Hiroshige, Tsuki no misaki, 1857.

È una dolce sera d’autunno. Siamo sulla veranda di uno dei tanti bordelli o locande a poco prezzo di Shinagawa (o almeno, questo è ciò che ipotizzano gli studiosi), la prima delle 53 stazioni della Tōkaidō, la strada che collegava Edo, la capitale shogunale a Kyōto, la capitale imperiale.

Oltre la veranda, sulla baia punteggiata di imbarcazioni, brilla la luna piena d’autunno, contro cui si staglia il volo di uno stormo di uccelli.  Sui tatami del salone aperto che si affaccia sulla veranda sono i resti di una cena, abbandonati sotto l’andon, la lanterna di carta dal lungo stelo. Accanto indoviniamo una persona, molto probabilmente una geisha, che si appresta forse a riporre lo shamisen (della cui custodia scorgiamo i legacci dietro alla figura inginocchiata) e ad abbandonare la scena.

La veranda corre tutto attorno alla stanza aperta e in primo piano si affaccia sul giardino interno, forse un minuscolo tsubo niwa che possiamo solo indovinare dalla chioma del matsu che si protende a raggiungere la balconata. Un muto dialogo fra interno ed esterno sembra percorrere questa stampa così suggestiva.

Ma un altro personaggio femminile si scorge dietro agli shōji: è senza alcun dubbio una oiran, una cortigiana, ne scorgiamo la caratteristica acconciatura con i preziosi pettini e spilloni regalati dai facoltosi e assidui clienti. Un indumento giace alle sue spalle, segno che si sta spogliando. Per un appuntamento? O semplicemente perché è tardi nella notte e sta per abbandonarsi finalmente al sonno? Non lo sapremo mai. Hiroshige sembra qui stranamente allusivo, come se fosse anch’egli soggiogato dalla bellezza del paesaggio sotto la luna d’autunno.

 

Andō Hiroshige (1797-1858), Meisho Edo hyakkei (Cento vedute di luoghi famosi di Edo, 1856-1858).